Scienza

Un pieno d’energia per ridare carica al parco auto

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La mobilità elettrica è amica dell’ambiente ma ha un problema. Auto e altri veicoli alimentati con l’elettricità hanno ancora una scarsa autonomia, per cui devono essere ricaricati con una certa frequenza. Ma i punti di ricarica ad oggi non sono così diffusi.

Il progetto pilota con cui Alot, l’Agenzia della Lombardia Orientale per i trasporti e la logistica, partecipa a AlpStore, e che ha presentato assieme a quelli degli altri partner italiani della progettualità europea in una giornata di approfondimento ospitata al Novotel di Brescia, è partito da una domanda: «Quante stazioni di ricarica servirebbero nella provincia di Brescia per garantire ai veicoli elettrici di circolare con una certa autonomia?».

Risposta, ci dice il direttore di Alot, Guido Piccoli, ventidue, distanti l’uno dall'altro al massimo trenta chilometri, con un investimento tutto sommato contenuto, di circa 200 - 300 mila euro, visto che alcuni esistono già. Le colonnine dello studio Alot avrebbero due attacchi e sarebbero ad accesso libero: chiunque si presenti al punto di ricarica potrebbe usufruirne, pagando la ricarica al momento senza necessariamente, come avviene fino ad oggi, avere un contratto stipulato. Alot ha consegnato lo studio alla Regione. Il Pirellone, aggiunge Piccoli, avrebbe già pensato a risorse da mettere sul piatto, attraverso un bando, per l’implementazione delle colonnine.

Il progetto Alot è quindi una delle azioni pilota ed esplorative, con le quali AlpStore vuole valutare quale combinazione di tecnologie può soddisfare al meglio i bisogni dello Spazio Alpino. Archiviata questa valutazione, sarà possibile predisporre l’implementazione di depositi combinati e di progetti sulla mobilità nella pianificazione municipale e regionale.

Paola Gregorio

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