Scienza

Quaranta orsi sulle Alpi: regole della buona convivenza

Il progetto di ripopolamento ha ottenuto buoni risultati, ma esiste un problema di accettazione della specie.
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Quali sono le condizioni degli orsi presenti sulle Alpi centrali? Quanti sono? Che novità recenti si osservano su questi animali che hanno più volte percorso anche varie zone del territorio della provincia di Brescia?

A queste e ad altre domande fornisce risposte esaurienti e documentate il «Rapporto Orso 2013 del Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento» recentemente pubblicato e anche scaricabile dal sito www.orso.provincia.tn.it.

Il progetto di reintroduzione dell’orso sull’arco alpino, dove negli anni Novanta dello scorso secolo erano presenti complessivamente non più di tre o quattro esemplari, è stato finanziato dall’Unione Europea per scongiurare l’estinzione di questo animale.

Tra gli anni 1999 e 2002 sono stati reintrodotti complessivamente 10 orsi (3 maschi e 7 femmine), dai quali ha avuto origine la popolazione attuale. Alla fase dei rilasci ha fatto seguito quella attualmente in corso che si occupa della loro conservazione e gestione. Rientra quindi in questo ambito anche lo sforzo di comunicare al grande pubblico le caratteristiche biologiche e comportamentali del plantigrado, nella convinzione che la conoscenza possa favorire, nel medio e lungo termine, una pacifica convivenza.

Una specifica indagine demoscopica ha documentato alla fine del 2011 che su questo tema in Trentino c’è una scarsa accettazione sociale.

Per tale motivo le finalità del progetto sono state più volte illustrate attraverso specifici incontri, organizzati anche sul territorio bresciano. Per garantire l’efficacia delle azioni avviate la gestione del progetto richiede competenza, responsabilità e tempestività nelle risposte alle criticità che si manifestano. Tra queste vanno segnalate in particolare danni agli apiari, predazioni di animali domestici e altri danneggiamenti. Va comunque ricordato che tali danni vengono indennizzati ai proprietari, e che viene proposto l’acquisto di strutture di prevenzione, costituite in gran parte da recinzioni elettrificate.

Il numero di esemplari stimati nel 2013 sull’arco alpino va da un minimo certo di 40 (18 maschi, 20 femmine e 2 di sesso non determinato) a un massimo di 49. Nello scorso anno è stata accertata la presenza di due cucciolate per un totale di tre nuovi cuccioli, una avvenuta nell’area meridionale del gruppo delle Dolomiti di Brenta, e l’altra nella zona del Brenta centro-orientale e della Paganella-Gazza. Le analisi genetiche hanno permesso di individuare nei nuovi tre cuccioli due femmine e un maschio, mentre un’ulteriore cucciolata potrebbe essere avvenuta nel Brenta settentrionale, ma senza riscontri certi.

Per la prima volta dalla conclusione del progetto di reintroduzione si è verificata nel 2013 un’inversione del trend, finora positivo, della popolazione di orsi. Nello scorso anno si è inoltre riscontrato il primo caso di bracconaggio documentato, che ha visto l’uccisione di un orso con una fucilata in val di Rabbi. Potrebbe non trattarsi dell’unico episodio, dal momento che durante la primavera è improvvisamente scomparso un altro orso del quale era accertata la presenza sul Monte Baldo.

Le attività di monitoraggio degli esemplari sono state realizzate mediante l’utilizzo di tecniche e strumenti diversi. Oltre a quelle più tradizionali, che consistono nel rilevamento diretto sul campo, si è fatto uso della radiotelemetria, del videocontrollo automatico da stazioni remote, delle fototrappole, che hanno restituito immagini affascinanti, e di monitoraggi genetici. Alla raccolta dei campioni organici hanno contribuito anche la Regione Lombardia, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano.

Gli esemplari di orso bruno infatti, pur frequentando in prevalenza l’area del Trentino occidentale, si sono distribuiti lo scorso anno su una zona teorica estesa oltre 14.000 chilometri quadrati. A coprire le distanze maggiori sono stati gli esemplari maschi, uno dei quali ha attraversato a nuoto il fiume Adige e, non si sa se utilizzando sottopassaggi o scavalcandola direttamente, anche l’autostrada del Brennero, per dirigersi indenne verso i boscosi versanti della Presanella. Tra il 2002 e il 2013 sono stati registrati in totale 22 casi di investimento stradale di orsi, dei quali tre nel 2013, avvenuti tutti in Trentino su strade statali e provinciali.

A partire dal mese di marzo 2014 le segnalazioni di orsi in attività sono aumentate in modo significativo.

Ruggero Bontempi

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