Scienza

Nel 2015 lo smartphone prenderà il posto del portafogli

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Chi non ha sognato di fare un giro sullo sketeboard volante di Marty McFly in Ritorno al Futuro II? O di predire eventuali errori come Tom Cruise in Minority Report? I film di fantascienza sono da sempre fonte di ispirazione per la creazione di gadget e tecnologie futuristiche.

Nessuno, però, poteva pensare di sostituire il proprio portafoglio con un telefonino. Questo è quello su cui Google e Apple stanno puntando da tempo; oltre a integrare sempre più carte fedeltà, gli smartphone si propongono come metodi di pagamento sicuri e a portata di mano. Google Wallet e Apple Pay sono infatti i primi passi dei due colossi americani in questa direzione.

Google Wallet, nato nel 2011, permette di collegare il proprio smartphone alla carta di credito, effettuando acquisti direttamente con il proprio account Gmail. Account che è un tutt’uno con il proprio telefono, per chi usa Android come sistema operativo, e che conterrà anche i dati sensibili dell’utente da scambiare, con un venditore, al momento di un acquisto. Scambio che viene effettuato usando la tecnologia Nfc (Near Field Communication, che può essere tradotto in Comunicazione di prossimità). La tecnologia Nfc si basa sull’utilizzo di segnali radio per la trasmissione di dati a distanze ravvicinate, dieci centimetri al massimo. Quando due apparecchi Nfc vengono avvicinati tra loro viene creata una rete per lo scambio di informazioni. Grande vantaggio questo per la sicurezza: uno scambio a così breve distanza diminuisce drasticamente le possibilità di furto.

«Ma se mi rubassero il telefono, potrebbero fare acquisti a mio nome?», potrebbe obiettare qualcuno. A questa domanda Apple ha risposto presente prima di tutti gli altri. La casa di Copertino da anni sta sviluppando tecnologie che mirano ad un uso sempre più personale e sicuro del proprio iPhone, per mezzo di Touch ID, un sensore di impronte digitali. Sensore che è uno dei punti di forza di Apple Pay, e che autorizza l’acquisto di beni solo ed esclusivamente con l’ok finale da parte dal possessore del telefono. Apple pay è però disponibile solo su iPhone 6 e iPhone 6 Plus, e utilizza anch’esso Nfc, tecnologia per anni bistrattata dalla casa di Cupertino. L'uso di Nfc è semplice: si avvicina il proprio smartphone ad un apposito dispositivo ed autorizzare il pagamento con un click.

In Italia questa tecnologia non è ancora molto diffusa e pochissimi accettano questo tipo di pagamento. Tra i pochi c’è Atm. Dal 2011, infatti, la società del trasporto pubblico milanese permette l’acquisto e la validazione dei titoli di viaggio sfruttando questa tecnologia.

Altri metodi di pagamento 3.0 stanno prendendo, però, sempre più piede. Sistemi di pagamento p2p (dall’inglese person to person), si stanno diffondendo sempre più; sarà possibile spedire soldi con la stessa facilità di un Sms.

Un esempio su tutti è Ubi Pay, servizio offerto da Ubi Banca ai suoi clienti. Scaricando gratuitamente l’apposita app sarà necessario selezionare dalla rubrica il destinatario del pagamento e, con la stessa logica dei messaggi di Whatsapp, accreditargli dal proprio conto corrente fino a 250€ al giorno. Molto più veloce di un bonifico, perchè istantaneo, l'accredito può essere fatto su un qualsiasi conto (anche non Ubi) o su una carta prepagata. Attivo da un paio di mesi il servizio a breve sarà esteso su tutto il territorio nazionale.

Oltre alle banche, sempre più aziende stanno offrendo servizi payment basati sull’uso di un portafoglio elettronico, su Nfc, o scambio p2p. La Tim, per esempio, offre Tim Wallet che associa uno smartphone Nfc ad una SIM Nfc (Sim legata ad un conto corrente). La possibilità che il connubio tecnologia-pagamenti offre sono enormi, bisogna solo attendere e vedere come verrà sfruttato nei prossimi anni.

Per molti già oggi fare acquisti online, per sfruttare le maggiori offerte presenti, è diventata una routine. Una domanda però resta: sono metodi sicuri? La risposta è sì. Le connessioni sono sempre più sicure, soprattutto se si in gioco ci sono dati sensibili (si pensi all’https). Se poi si aggiungono sistemi di riconoscimento sempre più all’avanguardia, la sicurezza è quasi totale. Le conoscenze tecniche necessarie per commettere eventuali furti, unite al costante miglioramento degli standard di sicurezza, rendono questi pagamenti molto più sicuri, e in certi casi anche più pratici, rispetto alle vecchie banconote. Basta solo abituarsi.

Alberto Montanaro

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