Scienza

L’internet delle cose che cambierà le nostre abitudini

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Ogni oggetto, grazie a un collegamento con la Rete, può interagire con noi e con l’ambiente acquisendo dati o comunicandoli. Il cosiddetto «internet delle cose» (Internet of things: IoT) permette agli oggetti di avere un’identità nella realtà digitale.

Una vera e propria frontiera abbattuta e un mondo che ha aperto nuove strade tecnologiche e anche commerciali. Di questo, di cosa di tratta e di come l’internet delle cose sta cambiando la nostra quotidianità, si è parlato nel quinto evento organizzato dalle Girl Geek Dinner di Brescia, incontri organizzati nella nostra città dalle cinque geek girl bresciane Milo Soardi, Bianca Ferrari, Laura Galli, Elena Marinoni e Micol Miller.

Sulla scia di una tendenza nata ormai da tempo nel mondo, le cinque volontarie organizzano - anche nella nostra città - eventi unici e divertenti, che mettono in contatto tra loro donne appassionate di tecnologia, internet e nuovi media, con la speranza di creare una vera e propria comunità (http://girlgeekdinnersbrescia.com).

Grazie all’internet delle cose la nostra automobile è in grado di memorizzare i dati relativi alla nostra modalità di guida, di segnalare la sua posizione in modo da essere rintracciata quando viene rubata; un monumento o un’opera d’arte possono raccontare la loro storia a un turista. Un pool di sensori collegati a internet possono segnalare se un bosco sta bruciando o se una frana sta scivolando pericolosamente verso un centro abitato. E ancora, i parametri vitali di un paziente (siano essi la pressione o la glicemia), registrati a domicilio, possono essere segnalati in tempo reale al medico, che interverrà se necessario.

La diffusione dell’internet delle cose è in rapida espansione. Basti pensare che, anche solo in Italia, nel 2013 gli oggetti connessi a internet erano più di 6 milioni, con un incremento rispetto al 2010 superiore al 75%. E il trend non sembra arrestarsi, anzi: «Molte tecnologie IoT, come quelle relative al controllo della salute umana, alla domotica o alla gestione cosiddette città intelligenti, sono aggi passate dallo stato embrionale a quello sperimentale e presto saranno parte integrante della nostra realtà - spiega Emanuela Sala, del gruppo di ricerca Osservatori ICT & Management della School of Management del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano -. Nelle nostre case, ad esempio, la possibilità di sfruttare in modo sempre più efficace una rete wi-fi ha portato allo sviluppo di sistemi domotici sempre più efficenti. Dispositivi per il monitoraggio di temperatura, umidità, rumore, grado di illuminazione e qualità dell'aria sono già una realtà. Sono in grado di comunicare al nostro smartphone ogni anomalia e anche di suggerire possibili soluzioni». Lo stesso dicasi per l'IoT relativo alle nostre autovetture: «Entro il 2015 ogni auto immessa sul mercato dovrà essere provvista di un sistema eCall - continua -. Sarà in grado, tra l’altro, di registrare ora e luogo di un eventuale incidente e la direzione di marcia del veicolo. Secondo una stima dell’UE il nuovo sistema sarà in grado di ridurre del 40-50% i tempi necessari per l’intervento di soccorso, contribuendo a salvare fino a 2500 vite l’anno».

Altro filone in costante espansione è quello di indumenti e accessori indossabili: dai sistemi Gps per localizzare i propri animali domestici o per pianificare i nostri allenamenti, i contapassi digitali o gli indumenti che registrano battito cardiaco e frequenza respiratoria.

Un mondo di possibilità per ciascuno di noi, che rappresenta un mercato redditizio per i produttori e che non è scevro da rischi per la privacy. Tutti i sistemi/oggetti intelligenti, oltre a fornire dati all’utente, sono in grado infatti di inviare informazioni al costruttore/gestore...

Maria Cristina Ricossa

 

 

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