La piccola ipofisi che racchiude un enorme potere

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Per ipopituitarismo si intende il quadro clinico conseguente a ridotta o assente secrezione di ormoni dell’ipofisi anteriore. Si tratta di una condizione rara (l’incidenza è di circa quattro casi ogni centomila), ma in costante aumento, in particolare in correlazione a forme post-traumatiche.

L’ipopituitarismo può essere primitivo, da lesioni della ghiandola ipofisaria, o secondario a lesioni dell’ ipotalamo, ovvero di quella parte di sistema nervoso centrale che anatomicamente - tramite il peduncolo ipofisario- e funzionalmente, tramite gli ormoni ipotalamici - controlla l’ipofisi. Che una parte di cervello potesse esprimersi attraverso la sintesi ormonale fu la scoperta che valse il premio Nobel a Schally e Guillemin e rappresentò l’inizio di una nuova branca dell’endocrinologia, cioè la neuroendocrinologia.

Le malattie che rendono l’ipofisi poco o nulla funzionante hanno importanti conseguenze cliniche in quanto questa piccola ghiandola (diametro massimo 1 cm) posta in un avvallamento della base del cranio, detta sella turcica, controlla strettamente con la sua produzione ormonale la funzione di molte delle ghiandole endocrine dell’organismo (tiroide, surrene e gonadi nello specifico).

Ed è proprio l'insufficienza di queste ghiandole endocrine, dovuta a carente stimolazione da parte degli ormoni ipofisari, responsabile del quadro clinico.

La carente produzione ipofisaria delle gonadotropine (LH e FSH) provoca una disfunzione delle gonadi con assenza della maturazione sessuale. Nell'uomo adulto vi è diminuzione del desiderio e disfunzione erettile; nella donna adulta compaiono alterazioni del ciclo mestruale.

L’ipotiroidismo (disfunzione della tiroide) da carenza di TSH si manifesta con aumento di peso, apatia, sonnolenza e stanchezza.

La carente secrezione ipofisaria di ACTH provoca una ridotta produzione di cortisolo da parte della ghiandola surrenalica con astenia, nausea, anoressia, vomito, ipotensione arteriosa e ipoglicemia a digiuno.

Tuttavia, questo quadro clinico può precipitare in una crisi acuta e addirittura pericolosa per la vita in corso di eventi intercorrenti come malattie infettive, traumi e interventi chirurgici; in definitiva, l’organismo non è più in grado di rispondere adeguatamente allo stress.

La carenza di ormone della crescita nel bambino determina bassa statura, mentre nell’adulto causa aumento del grasso e riduzione del muscolo, osteoporosi e aumentato rischio di malattie cardiovascolari.

Il craniofaringioma è un tumore che origina da cellule embrionali soprattutto nei bambini o adolescenti (è una delle pochissime forme neoplastiche che insorgono in questa fascia di età) e che causa ipopituitarismo. Nel bambino si osservano cefalea e ridotta velocità di crescita e il sospetto diagnostico viene confermato con la risonanza magnetica dell’ipofisi.

La terapia è basata su neurochirurgia, radioterapia e terapia ormonale sostitutiva della funzione ipofisaria. La prognosi è buona (sopravvivenza a cinque anni dell'80%) ma il danno ipotalamico post-chirugico può causare obesità grave.

Altra causa dell’ipopituitarismo nell’adulto è la sindrome di Sheehan che si presenta come necrosi ischemica dell’ipofisi dopo il parto. Già durante la gravidanza, si osserva un notevole aumento di volume dell’ipofisi; al momento del parto, in caso di emorragie importanti, si ha riduzione acuta dell’apporto di sangue alla ghiandola, con conseguente infarto ischemico ipofisario.

La paziente ha come prima manifestazione la mancata montata lattea (ipoprolattinemia) a cui fanno seguito la mancata ricomparsa del ciclo mestruale e la successiva infertilità. L’apoplessia ipofisaria, invece, è quasi sempre secondaria a infarto emorragico di un adenoma (tumore benigno) ipofisario con conseguente necrosi dell'intera ghiandola. Può essere un evento improvviso, spontaneo o secondario a un trauma cranico o favorito da una terapia anticoagulante.

L’insufficienza della ghiandola surrenale che deriva dall’ipopituitarismo deve essere trattata in emergenza con somministrazione di cortisonici per via endovenosa e deve essere eseguito in urgenza un intervento neurochirurgico che generalmente evita deficit permanenti.

Infine, le sequele a lungo termine dei traumi cranici comprendono anche l’ipopituitarismo che, soprattutto attraverso la carenza di ormone della crescita, può avere un importante impatto (almeno parzialmente reversibile con la terapia sostitutiva) sulla qualità di vita dei pazienti. Per compensare la carenza degli ormoni ipofisari ACTH e TSH vengono somministrati ormoni prodotti dalle ghiandole bersaglio (idrocortisone e tiroxina), terapia cosiddetta sostitutiva. L’idrocortisone è da poco disponibile in una formulazione a rilascio modificato che permette un’unica somministrazione giornaliera. Per l’ipogonadismo, la terapia sostitutiva è effettuata con testosterone nell’uomo ed estrogeni nella donna (gli ormoni ipofisari sono usati per ripristinare la fertilità). La terapia del deficit di ormone della crescita è basata sulla somministrazione dell’ormone della crescita umano puro ottenuto da Dna ricombinante.

Andrea Giustina

Ordinario di Endocrinologia

Università di Brescia

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