Che cosa fare in caso di malattia?

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Sono milioni le persone che ogni anno si spostano per turismo, lavoro o per motivi umanitari anche in Paesi in via di sviluppo. A questi spostamenti è inevitabilmente correlata la possibili tà di contrarre malattie infettive o parassitarie, inusuali nel nostro Paese, o comunque di incorrere in un incremento dei rischi connessi ad altre patologie. La Società italiana Medicina dei viaggi e delle Migrazioni ha pubblicato un manuale con alcuni suggerimenti in caso di problemi di salute, in attesa di poter consultare un medico.

in caso di DIARREA: la diarrea è la causa più frequente di malattia nei viaggiatori: può, infatti, insorgere nel 20-50% di coloro che si recano in Paesi con standard igienico-sanitario minore rispetto a quel lo della zona di partenza. A scatenarla contribuiscono il cambio di alimentazione ed una serie di numerosi agenti patogeni (virus, batteri, parassiti ) molto diffusi.

I sintomi, che possono durare da 3 a 7 giorni, sono costituiti da: diarrea (con almeno 3 scariche di feci, liquide o semili- quide al giorno), nausea, vomito, dolori addominali, talvolta febbre e sangue nelle feci. Il trattamento dovrebbe limitarsi all’assunzione di liquidi (succhi di frutta, bibite, the leggero) e di soluzioni reidratanti per impedire la disidratazione.

L’uso di antibiotici ad assorbimento sistemico deve essere breve e preferibilmente su prescrizione medica. Se il medico non è reperibile sul posto, ricorrere a tali antibiotici solo in caso di grave sintomatologia (febbre, diarrea sanguinolenta) e comunque rivolgersi ad una struttura sanitariaIn caso di diarrea non complicata, invece, possono risultare utili gli antibiotici non assorbibili, e/o antidiarroici sintomatici (es. racecadotril) che, oltre a diminuire il numero delle scariche e a favorire la risoluzione della diarrea, contribuiscono alla riduzione della eccessiva secrezione di liquidi e quindi ad evitare la disidratazione. Questi inoltre risultano pratica - mente sprovvisti di effetti collaterali di rilievo. Le soluzioni reidratanti si acquistano in farmacia; una soluzione «artigianale» può essere preparata nel seguente modo: in un litro di acqua (minerale, bollita o disinfettata chimicamente) sciogliere 3,5 grammi di sale da cucina (un cucchiaino da caffè); 40 grammi di zucchero (sei cucchiaini da caffè rasi); 2,5 grammi di bicarbonato (un cucchiaino da caffè raso); un grammo di cloruro di potassio (un cucchiaino da caffè raso). Nei bambini ricorrere sempre ad un medico, poiché antibiotici e antidiarroici sono controindicati.

In caso di DIARREA AL RIENTRO è bene, in ogni caso, rivolgersi al proprio medico curante, che predisporrà oltre che eventuali terapie, anche i dovuti accertamenti.

in caso di ITTERO (colorito giallastro di cute e sclere oculari) Il colorito giallastro della pelle o della parte bianca dell’occhio è da ricondurre all’abnorme presenza di sostanze nel sangue non adeguatamente smaltite dal fegato. L’ittero può essere il primo sintomo di patologie trasmesse da agenti patogeni, quali i virus dell’epatite, il plasmodio della malaria, il virus della febbre gialla. In ogni caso è consigliato il ricorso immediato al medico, per gli opportuni accertamenti. ...

in caso di FEBBRE DURANTE IL VIAGGIO Le patologie tropicali più severe hanno un periodo di incuba - zione medio-lungo, pertanto la febbre che insorge all’inizio del soggiorno è generalmente dovuta non ad infezioni contratte nel Paese, ma a sbalzi di temperature che si verificano spesso nei passaggi da ambienti climatizzati ad ambienti estern i o a banali forme virali tipo-influenzali. È sempre bene consultare un medico o, nell’attesa, assumere farmaci sintomatici (antifebbrili come aspirina o tachipirina), evitando antibiotici o farmaci di altra natura. Altre misure sono le spugnature con acqua fredda o la borsa del ghiaccio; evitare di coprire il malato che anzi, dovrebbe essere coperto solo da un lenzuolo o da indumenti leggeri di cotone. Una situazione particolarmente grave è invece la febbre dovuta alla esposizione ai raggi solari: in questo caso la temperatura sale rapidamente a valori molto elevati ed è necessario intervenire tempestivamente con spugnature fredde e veri e propri bagni in acqua gelata, per abbassare la temperatura corporea. ...

in caso di FEBBRE AL RIENTRO Bisogna sempre rivolgersi al medico, anche per forme modeste, riferendo del viaggio all’estero. Ciò vale anche quando la febbre si presenta dopo settimane o mesi dal rientro: in taluni casi si tratta di parassitosi, come la stessa malaria, che si manifestano con latenza medio-lunga. ...

in caso di DISTURBI URINARI DURANTE IL VIAGGIO Può facilmente trattarsi di infezioni delle basse vie urinarie: in questo caso è sufficiente bere abbondantemente (anche due-tre litri di liquidi al giorno), mentre è da evitare il ricorso agli antibiotici che, se assunti senza un’urinocoltura, potrebbero rivelarsi inutili, se non dannosi. Con la sola assunzione di liquidi generalmente dopo 1-2 giorni almeno i sintomi possono risolversi. Nelle persone soggette a tali infezioni può essere indicato, solo se il sospetto è reale e se possibile supportato da indagini di laboratorio, l’uso di antibiotici, per evitare le recidive, su consiglio del proprio medico curante. ...

in caso di DISTURBI URINARI AL RIENTRO DAL VIAGGIO Alcuni parassiti si localizzano nella vescica e, dunque, anche trascorsi diversi mesi dal contagio, possono manifestare la loro presenza con disturbi della minzione di tipo aspecifico. È sempre necessario rivolgersi al medico curante riferendo del viaggio. ...

i n caso di LESIONI DELLA CUTE DURANTE IL VIAGGIO O AL RIENTRO Lesioni della cute (macchie, papule, vescicole, foruncoli, ulcere) isolate o diffuse a più zone del corpo possono essere dovute a diversi tipi di virus, batteri, parassiti, che contagiano l’uomo attraverso punture di insetti o contatti con persone già malate. Queste manifestazioni possono essere accompagnate da febbre e/o dolori articolari. In tutti i casi è necessario consultare il medico e, spesso, anche eseguire esami e accertamenti. Vanno evitati trattamenti con antibiotici, come pure applicazione di pomate. Sulle lesioni isolate può essere utile solo una accurata pulizia (con acqua ed euclorina) e la protezione con garze e cerotti.

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