Cultura

Van In, ispido commissario tra i segreti di Bruges

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Bruges è una città benedetta dalla storia e dall’arte, dall’acqua e dalla birra. Qualcuno, non particolarmente originale, l’ha chiamata « Venezia delle Fiandre». Dev’essere dello stesso stampo di chi ha definito Pieter Aspe (nom de plume di Pierre Aspelag) «Simenon fiammingo». Come se Maigret fosse il padre putativo di tutti i commissari. Il commissario Van In, invece, è tanto lontano da Maigret quanto Bruges è diversa da Venezia. Quindi lasciate perdere entrambi i paralleli se volete godervi il poliziotto plasmato da Aspe e la città che fa da scena alle sue imprese.

Pieter Van In è insofferente, ispido, ubriacone e anche un po’ litigioso. A tenerlo a bada c’è il fidato brigadiere Guido Versavel, gay dichiarato con compagno stabile e talvolta capriccioso. Ha anche una focosa convivenza - arricchita da prole e usura del tempo - con Hannelore Martens, affascinante sostituto procuratore.Ed è su questo punto debole che gioca le sue carte il protagonista «cattivo» dell’ultima avventura scritta da Pieter Aspe. Per l’editore Fazi questa è la quinta puntata della serie, anche se lo scrittore fiammingo ha al suo attivo due milioni di copie vendute solo in Belgio della trentina di romanzi scritti. Ha promesso che si fermerà a quota quaranta.

«Sangue blu» è il titolo, accenno alle conseguenze delle avventure giovanili di nobili e borghesi vicini alla Casa regnante. Salendo dalle esclusive logge massoniche fino alla corte di Liegi, Van In cerca di scoprire quale mistero nasconda la morte di Marcus Heydens, colto e ricco borghese, trovato impiccato nella sua eccentrica casa allestita come personalissimo teatro. Fin dai primi passi Van In si trova in forte imbarazzo perché Valentjin, figlio della vittima, ha passato la sera del delitto in compagnia di Hannelore; e la compagna del commissario mostra di essere tutt’altro che insensibile al richiamo di quell’uomo che fu suo amore giovanile. Basterà poco, però, al commissario per farsi convinto che tutto ruota attorno a Leona Vidts, affascinante signora che aveva avuto rapporti prima con Marcus Heydens, poi con Wilfried Delanghe (seconda vittima dell’intricata storia) e ora con il notaio e Gran maestro Henri Broos... e si racconta, un tempo, persino con l’attuale re del Belgio. Pieter Van In riuscirà a scoprire la verità, tra una birra Duvel e qualche personale tormento, con un finale di magistrale suspence, nella labirintica rete, antica e misteriosa, di una Bruges indimenticabile.

Claudio Baroni

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