Cultura

L’elegia di Corgan, poesia cui manca fuoco

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La copertina umbratile come un disco dark d’annata, le chitarre un po’ spuntate - per quanto iperpresenti - rispetto al glorioso e arrembante passato. Per un disco che lascia pensieri fissi nella testa: potevano dare di più? Sono troppo pop? L’elettronica era necessaria?

Il ritorno degli Smashing Pumpkins non può che scatenare curiosità e un pizzico di smania da ascolto. La luciferina creatura di Billy Corgan resta una delle band che hanno segnato gli anni ’90: una gloria poi offuscatasi nel tempo, ma non al punto da smorzare l’attesa di «Monuments to an Elegy», cd che è parte del progetto «Teargarden by Kaleidyscope».

Al culmine dell’ennesima rivoluzione all’interno della line up, le zucche fracassate hanno piazzato dietro i tamburi niente di meno che Tommy Lee, storico drummer dei Mötley Crüe. Ovvero il gruppo più distante possibile dall’universo Pumpkins. Eppure questo improbabile flirt funziona piuttosto bene, anche se l’ineffabile Tommy pesta meno che nei suoi momenti glam. Ok, sto divagando: ma le canzoni? Il cd non si può definire brutto, e nemmeno assemblato con materiale di risulta. Ma non riesce a scaldare per davvero, vittima di sonorità indecise tra il voltare le spalle al passato o, al contrario, rifugiarcisi ogni qual volta certe elettroniche pulsioni arrivano a minacciare il songwriting asciutto di Billy. Fatto sta che, dopo lo strano intro gotico di «Tiberius» (con tocchi quasi alla Evanescence), si torna in ambiti più consoni, con il power pop di «Being Beige», primo singolo dell’album.

Piccole dosi di miele con «Anaise!», poi si alza il volume per un cazzotto al mento intitolato «Run2Me», cupo lamento «stoner-country» che permette a Corgan di smazzare un ritornello molto orecchiabile. Ma i suoni «finti» sono in agguato, improvvide tastierine sporcano (ma, alla fine, nemmeno tanto...) «Monuments» e «Dorian», che starebbe benissimo in un disco dei Depeche Mode. Poi la rabbia sonora torna a solcare le onde della chitarra, esplodendo in «Anti Hero», con un incipit che sa un po’ di adolescenza («non sono mai stato baciato da una ragazza come te...»). Un’adolescenza nerd tra fumetti e amplificatori Marshall in cameretta. Nessuna infinita tristezza, nemmeno gioia senza freni. Il presente degli Smashing è imprigionato qui, corsa inesauribile tra luce e tenebra.

Rosario Rampulla

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