Cultura

Gigi&Selmo sulle orme del delitto imperfetto

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Prestante, fascinoso, elegante e spiritoso. Ricco di buonumore, belle maniere e soprattutto di soldi. Stimato e appetito dalle donne, nonostante i sessant’anni e il matrimonio con Dina Valsecchi Morbegni. Renato Mandrini, il bel René, è la personalità più conosciuta, invidiata ed ammirata a Sannazzaro de’ Burgondi, paese della Lomellina fra risaie, raffinerie e capannoni vicino a Pavia. Un borgo di campagna dilatato dallo sviluppo industriale, con il corpo nel Duemila e l’anima negli anni Sessanta. Dove le vicende da strapaese diventano subito oggetto di curiosità generale e i bar del centro smistamento informazioni. Figurarsi se la noiosa routine quotidiana viene rotta addirittura da un omicidio, che calamita polizia e giornalisti. Assiepati in viale Loreto, davanti alla villa della famiglia Valsecchi Morbegni, la più benestante del paese fin dai tempi del cavalier Gian Rocco, papà di Dina e suocero di Renato, che di suo - prima del matrimonio - non aveva un bel nulla. Una sarabanda con base nel Bar Sarti, gestito da Michele, amica d’infanzia di Dina.

A scatenare tanto interesse è proprio il bel René, che una mattina di luglio viene trovato con la testa rotta nel giardino di casa. Un bel mistero, visto che tutti - almeno all’apparenza - gli volevano bene. Forse una rapina finita male. Forse. Sulla vicenda indagano anche Gigi Sambuco e Selmo Dell’Oro, dell’omonima agenzia investigativa di Borgo Ticino, a Pavia. Dina, infatti, qualche giorno prima del delitto, ha incaricato Sambuco (la mente della coppia) di indagare sul marito, sospettato di avere un’amante. Addio ingaggio, ma l’investigatore vuole comunque andare fino in fondo. «Sambuco e il segreto di viale Loreto» è il terzo noir con protagonisti i due investigatori creati dal pavese Alessandro Reali, della scuderia genovese Fratelli Frilli con giallisti che fanno scoprire scorci urbani e paesaggi umani poco frequentati. Questa nuova storia di Sambuco&Dell’Oro si legge con piacere, trasportati fra le vicende personali dei due investigatori (la malinconia di Gigi, l’appetito sessuale di Selmo), i pettegolezzi del paese, le storiacce di corna con protagonista la splendida Ely, le rivelazioni di Michela, i silenzi di Natalina, la sorella di Dina, da anni auto segregatasi in villa con la sola compagnia del pianoforte e di Chopin. Sambuco, coadiuvato dal partner, arriva a capo del mistero, coperto dalla patina di ipocrisia e perbenismo che spesso ammorba l’aria della provincia.

Enrico Mirani

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