Cucina

Viaggio on line tra le bottiglie da sogno

Le statistiche di «wine searcher» delineano un’immagine delle richieste e degli acquisti dei consumatori con non poche sorprese
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Con Prowein e le infinite anteprime di ogni territorio alle spalle e Vinitaly ormai sulla soglia, il mondo del vino vive in queste settimane la stagione più ricca di degustazioni, comparazioni e valutazioni. Le bottiglie sono protagoniste assolute insieme a previsioni di mercato, indicazioni di tendenza, conferme o smentite di quanto si era sostenuto giusto un anno fa. Ed è in queste chiacchiere, che in questo periodo coinvolgono pure i non addetti ai lavori che talvolta fanno capolino domande alle quali è davvero difficile dare una risposta: quali i vini più richiesti, quali i più costosi? E, domanda delle domande quali i vini migliori di sempre?

Proprio a interrogativi come questi proviamo a rispondere oggi, ricorrendo al gran lavoro di elaborazione dati di wine-research, il sito neozelandese del vino, sorta di bibbia on line del mercato enoico di qualità del mondo grazie alle 40mila offerte che operatori specializzati postano ogni giorno per una platea di milioni di utenti specializzati e non.

E proprio wine-searcher ha pubblicato qualche settimana fa la classifica dei migliori vini di sempre interfacciando i giudizi di una trentina di degustatori professionali tra i più ascoltati del pianeta (da Jancis Robinson a Robert Parker) estrapolando da circa un milione di indicazioni diverse le sette bottiglie che hanno ottenuto il miglior punteggio. Qui sotto avete la classifica e val la pena di spendere almeno due parole sui primi due gradini del podio. In vetta, in assoluta solitudine, avendo ottenuto il massimo dei punteggi da tutti i degustatori, il vino che tutti si aspettavano: il Sauternes prodotto solo nelle migliori annate a Chateau d’Yquem nel basso bordolese. E se l’indicazione del vino appare scontata, sorprende invece l’indicazione dell’annata, il 1811, bottiglia bicentenaria che a parere dei pochi fortunati che l’hanno assaggiata non solo ha tutta la profondità, la ricchezza e l’unicità di Yquem, ma pure evidenti quelle note «chinate di cuoio e stiva di mare coloniale di ritorno dalle Indie» che solo dopo almeno un secolo questo vino riesce ad esprimere. Di questa bottiglia restano ancora in circolazione non pochissimi esemplari, ma chi volesse acquistarne una dovrebbe mettere in conto una spesa attorno ai 100mila euro.

Al secondo posto, sempre con 100/100 di valutazione, ma con qualche degustatore che ha espresso un 99/100, un’altra bottiglia mitica: il Cote Rotie del cru di Le Mouline, prodotto da Marcel Guigal ad Ampuis nell’alta Valle del Rodano da uve Sirah e Viogner nel 1978, proprio all’inizio del decennio che ha decretato il ritorno nell’olimpo del vino di quest’area a lungo dimenticata. Scorrendo poi la classifica può essere interessante notare oltre all’ovvio dominio assoluto della Francia, la prevalenza della Valle del Rodano con tre vini di annate molto diverse su sette, contro un solo Bordeaux, un Sauternes, uno champagne (inevitabile sia Krug Clos du Mesnil scelto nell’annata 1979) ed un Porto di oltre cinquant’anni.

Non meno interessanti ed aperte alla discussione le altre classifiche che pubblichiamo riprendendole dal lavoro quotidiano di wine-searcher: i vini più richiesti dalla platea degli operatori on line, ed i più costosi a livello mondiale ed a livello italiano.

E se non sorprende che il più richiesto sia Chateau Margaux insieme ad una pattuglia ben assortita di bordolesi, fa piacere che nei 20 ci sia almeno un italiano, il solito Sassicaia al sedicesimo posto. Ricca di curiosità infine la lista dei più costosi (nel mondo e in Italia) con la doppia indicazione di prezzo: quello medio registrato dal portale negli ultimi mesi ed il picco per una sola bottiglia. E il record che resiste da mesi è dei 40mila euro spesi per un Romanee Conti.

g.f.b.

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