Cucina

Lugana, quando il vino è un'opera d'arte

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Lo scorso anno a Desenzano è stato un «diluvio» di visitatori. La sede si è rivelata troppo angusta tanto da costringere a contingentare gli ingressi. Per di più a Desenzano in centro, di sabato, parcheggiare è una chimera. Il tradizionale incontro della Lugana con i suoi estimatori torna sabato prossimo 11 ottobre con alcuni intelligenti aggiustamenti organizzativi, confermando però una sede museale perché, dicono gli organizzatori, «il vino è un’opera d’arte».

Subito quindi le informazioni pratiche, per poi parlare di un vino bresciano di ormai consolidato successo.

La più rilevante innovazione si chiama Metrobus. «Armonie senza tempo», così si chiama ancora la manifestazione malgrado che di Lugana d’annata ce ne sia sempre meno, si tiene al Museo Diocesano di Brescia che è in via Gasparo da Salò a due passi da Piazza Loggia (la via si imbocca alle spalle della Bella Italia). Siamo in zona a traffico limitato, ma ci si arriva benissimo con la mertropolitana (stazione Vittoria) il che offre molteplici soluzioni di parcheggio (alla Volta per chi arriva al casello di Brescia Centro, a Buffalora per chi approda da Brescia Est). Per non dire che, dopo le degustazioni, andarsene a piedi è un toccasana sicuro almeno per la patente.

L’altra innovazione gradita è lo sdoppiamento della degustazione. Per il pubblico si apre alle 16 e si tirano le 22. Prima però c’è una degustazione ad invito (dalle 12 alle 16) per stampa ed addetti al lavori (sommelier, ristoratori, enotecari), ottima per chi deve lavorare senza fare a gomitate, ma ottima anche per gli appassionati che avranno più spazio. Il grande successo ha indotto anche la Lugana a far pagare un ticket di ingresso (c’è dappertutto) che non scoraggerà certo nessuno. Sono 10 euro ridotti a cinque per i soci Ais, Onav, Fisar e Slow Food.

E veniamo al vino. Ad «Armonie senza tempo» troverete 53 cantine, tra bresciane e veronesi, in pratica quasi tutte quelle aderenti al Consorzio. Un panorama completo. Le tipologie di Lugana in degustazione sono cinque, ma il Lugana d’annata, cioè il 2013, rappresenta il 97% dell’offerta della zona. Un primo giro di degustazioni andrà quindi dedicato al Lugana dell’ultima vendemmia (la 2014 termina in questi giorni) che con i suoi profumi freschi è la versione del Lugana che ne determina il successo.

Oggi più nessuno ricorre alla, pur consentita, aggiunta del 10 % di uve da vitigni aromatici o semiaromatici. Il Lugana è tutto di Turbiana in purezza, quindi asciutto e verticale, senza sdolcinature. Il 2013 che sembrava annata infelice (ha piovuto in settembre) si è rivelata invece una annata molto interessante soprattutto per le acidità, oltre che abbondante: 12 milioni di bottiglie, 500 mila più del 2012, 3 milioni più del 2010.

La curiosità indurrà però i più a provare le altre tipologie. Anche lo scorso anno molti si sono buttati sulla versione spumante. Vale la pena, anche se se ne produce poco. Va però avvertito che il Lugana spumante versione simil Prosecco (o da discoteca) è sparita. Il Lugana spumante di oggi (sia classico che Charmat lungo) ha le ambizioni e il prezzo di un ottimo Franciacorta dal quale si differenzia perché il Turbiana non è lo Chardonnay.

La novità si chiama Riserva, che è una Lugana che deve essere affinato per almeno 24 mesi di cui sei in bottiglia (e in piccola parte anche in legno). È il Lugana di prestigio del futuro ed è diversissimo dal Lugana d’annata. Nel Riserva prevalgono la mineralità e la salinità, mentre i profumi si fanno sempre meno percettibili. Il neonato Riserva sta di fatto soppiantando la poco fortunata versione Superiore (un anno di invecchiamento). Sono 12 le cantine che propongono da subito il Riserva che altro non è che Superiore lasciato affinare più a lungo. Le cantine già pronte con il Riserva 2011 sono: Avanzi, Ca’ Lojera, Cadore, Feliciana, Le Morette, Marangona, Ottella, Perla del Garda, Provenza, Selva Capuzza, Tenuta Roveglia e Zenato. Se altri, pur notissimi, mancano, c’è un motivo: le aziende della zona non riescono a tenere in cantina il 2011 perché lo vendono tutto ancora giovane. Analogo discorso per le vecchie annate dal fascino infinito. Dovrete essere fortunati per assaggiarne una.

Molto interesse si concentra sul Vendemmia Tardiva che è un vino intenso, complesso, dalla personalità un po’ indecifrabile che trova paragoni solo in alcuni alsaziani. Lo portano in degustazione Tenuta Roveglia (in versione secca)e Perla del Garda (in versione quasi amabile) come lo scorso anno. La novità nella tipologia è Marangona che debutta quest’anno con il Vendemmia Tardiva.

Gianmichele Portieri

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