Storie

Unioncamere, manifatturiero in affanno

AA

La battuta d’arresto subita tra aprile e giugno dalle imprese manifatturiere porta in terreno negativo le previsioni per il trimestre estivo. A segnalare l’orizzonte più fosco, ancora una volta, le piccole imprese con meno di 50 dipendenti, per le quali l’attesa di una riduzione della produzione e del fatturato nel periodo luglio-settembre prevale di 16 punti percentuali rispetto a chi, invece, intravvede una crescita di entrambe gli indicatori. Meno pesante (rispettivamente -5,2 punti per la produzione e -3,5 per il fatturato) il bilancio delle aspettative per le imprese con più di 50 dipendenti. I saldi estivi non restituiscono ottimismo alle piccole imprese commerciali (che denunciano un saldo negativo anche in questo caso di 16 punti, con riferimento all’evoluzione delle vendite), mentre per le imprese con oltre 20 dipendenti il quadro si capovolge, evidenziando un saldo positivo delle attese pari a 12 punti. In stallo, infine, il quadro dei servizi, in cui attese positive e negative finiscono per annullarsi, con l’unica eccezione del turismo (+13 punti il bilancio tra ottimisti e pessimisti). Lo evidenzia la consueta indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere, del commercio e dei servizi, realizzata dal Centro studi di Unioncamere. Ammonta rispettivamente a -11 e -10 punti percentuali il saldo tra attese di aumento e di diminuzione della produzione e del fatturato delle imprese manifatturiere per il III trimestre 2014. Come precedentemente accennato, a incidere in maniera negativa sono però le previsioni delle imprese minori (-16 il saldo di produzione e fatturato), mentre tra quelle di taglia più grande previsioni di aumento e di diminuzione sono molto meno distanti, pur con la prevalenza delle seconde. Tra i settori, solo l’alimentare segnala attese positive (+5 il saldo per il fatturato e +3 per la produzione), mentre precedute dal segno meno sono le previsioni di tutti gli altri settori, più pesanti per quelle delle industrie del legno e del mobile (-24 il fatturato, -22 la produzione), del sistema moda (rispettivamente, -14 e -16) e delle altre industrie (rispettivamente, -21 e -19). Le aspettative sono negative in tutte le aree territoriali, con una accentazione maggiore al Centro e nel Mezzogiorno. Positive invece le attese per tutte le dimensioni d’impresa per quanto riguarda gli ordinativi esteri.

Produzione e fatturato dell’industria manifatturiera registrano nel II trimestre dell’anno sostanziale stabilità (rispettivamente, +0,2 e +0,3%), il segno positivo è dovuto unicamente alle imprese con oltre 50 dipendenti che chiudono il periodo con incrementi dell’1,1% della produzione e dell’1,4% del fatturato. È la meccanica a registrare il maggior aumento dei due indicatori (circa +2% in entrambi i casi); le posizioni successive sono occupate dalle industrie alimentari (+0,5% la produzione, +0,2% il fatturato), dal settore dei metalli (+0,4% per entrambi gli indicatori), dall’industria chimica e delle materie plastiche (+0,4% la produzione, +0,3% il fatturato) e dalle industrie elettriche ed elettroniche (rispettivamente, +0,2%, +1,9%).

Positivi entrambi gli indicatori nelle regioni del Nord, soprattutto nel Nord Ovest, che chiude il trimestre con un aumento dell’1,7% della produzione e dell’1,6% del fatturato. Preceduti dal segno meno i corrispondenti indicatori del Centro (-1,3% e -1,1%) e del Mezzogiorno (-2,7% e -2,2%).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia