Storie

Il Nazareno raccontato dall’amico Giuda

Luca Doninelli prova a ribaltare la prospettiva, dipanando la vicenda dal punto di vista dell’Iscariota
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Giuda il traditore, l’infame, quello che ha venduto Gesù per trenta denari, quello che teneva la cassa e chissà che cosa ha combinato. Raccontata così, la vicenda è semplice e limpida: lui è il distillato di tutte le cattiverie umane, noi siamo diversi, magari non stinchi di santo, ma diversi. E se invece diversa fosse la storia?

In fondo, Giuda seguì Gesû per tre anni, dalla Galilea alla Giudea, passando per la Samaria e la Decapoli. Era un apostolo, uno dei dodici scelti dallo stesso Gesù. Chi era Giuda, e che ruolo ha avuto?

Luca Doninelli prova a ribaltare la prospettiva, dipanando la vicenda dal punto di vista dell’Iscariota. E sorprende il lettore. Il libro, poco più di un centinaio di pagine, è una sorta di lungo monologo, l’avventura del Nazareno così come l’ha vissuta chi poi lo ha consegnato alle guardie e ai carnefici.

Giuda racconta, spiega, giustifica... I momenti salienti dei fatti evangelici prendono corpo da un altro punto di vista. A cominciare dal battesimo, sulla riva del Giordano, ad opera di Giovanni il Battista, «quel matto», come doveva apparire a molti, allora. E poi quel che si raccontava del miracolo di Cana, la guarigione del paralitico calato dal tetto nella casa di Cafarnao, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il vagare lungo le rive del lago di Genezareth, i momenti della preghiera, la predicazione, e la discesa a Gerusalemme.

Giuda è il benpensante razionale ed equilibrato, che sa osservare tutto con sguardo distaccato e oggettivo. Non si fa illusioni sulla gente: «Il popolo dice di amare i suoi profeti, ma se li incontra per strada li ammazza a sassate».

È il prudente che bada ai risultati, che non sopporta gli sprechi, che non si fa incantare dalle belle parole. Ha simpatia per il Nazareno, ma non comprende perché quello vada a cercarsele, le rogne. E alla fine decide di consegnare Gesù alle guardie perché lui è un uomo d’ordine, e vuole salvare quello scriteriato dalle sue intemperanze, dal linciaggio, dall’ingiustizia, dalla macchina del fango e dalla trappola che farisei e scribi stanno allestendo.

Solo sulla strada del Getzemani s’accorge dell’enorme errore che sta compiendo, ma è troppo tardi. Giuda non è diverso da noi, è esattamente uno che la pensa come molti di noi. E a noi l’autore simbolicamente lascia la scrittura di un finale che vada oltre il libro. Scorrevole e avvincente, provocatorio e inquietante, il romanzo di Luca Doninelli è forse la lettura più adatta alla Pasqua d’un tempo così sghembo.

Claudio Baroni

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