Venti milioni di disperati rischiano la morte per fame

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C’è in atto una crisi umanitaria per 20 milioni di persone nello Yemen, Somalia, Sudan del Sud, Nigeria e senza uno sforzo collettivo molti rischiano di morire per sete e denutrizione. Nel contempo l’Europa è alle prese con la volontà di contrastare la partenza dei migranti che cercano di fuggire da quell’inferno di miseria. L’Italia vara un nuovo piano di motovedette per pattugliare le acque libiche per contrastare le partenze dei barconi. Quando in Libia regnava Gheddafi le motovedette italiane regalate dall’Italia non fecero un gran lavoro di contrasto. Furono uno spreco di denaro e in un caso si raggiunse l’assurdo perché mitragliarono un peschereccio di Mazara del Vallo in acque internazionali. Andarono poi tutte distrutte dalla coalizione militare nella guerra a Gheddafi. Ora l’Europa deve capire quanto è importante aiutare quelle popolazioni proprio per evitare che siano costrette ad abbandonare il proprio paese. Può farlo in modo semplice e anche redditizio. I ministri dell’agricoltura europei discutono del nuovo Pac (piano agricolo europeo). La situazione agricola europea ha il grosso problema dei prezzi che sono in alcuni casi al di sotto dei costi di produzione, con redditi agricoli bassi obbligando molti operatori ad abbandonare la produzione. La tesi di produrre meno per sostenere i prezzi, Così si è fatto per il latte, lo zucchero, i cerali, il vino, e il divieto di mettere a coltura delle nuove terre si è dimostrata fallimentare. Si è preferito comprimere la produzione agricola invece che accrescerla. Andando indietro nel tempo Nel dopoguerra si fece l’ammasso volontario del grano proprio per sostenere la produzione e i prezzi di un’Italia che voleva ripartire. L’Europa dovrebbe utilizzare oggi un meccanismo simile, lasciare libera la produzione agricola e raccogliere tutta la produzione sovrabbondante al mercato europeo per donarla a quei Paesi che vivono una carestia spaventosa. Gli aiuti economici in denaro hanno spesso alimentato la corruzione in quei Paesi, mentre la donazione alimentare controllata con l’aggiunta di operatori , tecnologia e mezzi agricoli potrebbe far sviluppare in quelle regioni una economia di sopravvivenza. Per raggiungere questi traguardi è necessario accanto alle risorse alimentari donare le capacità tecniche e umane per una cooperazione che faccia superare le diseguaglianze e la povertà; queste capacità non mancano in Italia, basta volerle trovare. Si guardi al volontariato e alle missioni che lavorano da anni in quelle terre per realizzare modelli di vita accettabili e dignitose. Inoltre costerebbe molto meno dei miliardi di euro dati a Paesi per bloccare il flusso dei migranti creando soltanto dei campi profughi spaventosi senza risolvere il problema. La solidarietà dell’Europa deve essere una risposta che riduce le ingiustizie e rimuove gli ostacoli che impediscono lo sviluppo dei Paesi poveri. L’Europa ha le capacità e la cultura per farlo.

// Vincenzo Ferraresi
Gussago

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