Va denunciato il mancato aiuto alla maternità

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Martedì scorso l’inviato di Striscia «Pinuccio» ha condotto un servizio in cui si evidenziava la situazione del Molise dove vi sarebbero solo medici obiettori e pertanto non si potrebbe scegliere per l’aborto ai sensi della legge 194. In effetti all’articolo 1 comma 1° la 194 «riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio». Ma in che misura la maternità viene concretamente aiutata? E perché ci si preoccupa di portare alla ribalta solo la distruzione della vita e non si denuncia la mancata attuazione dell’aiuto alla maternità pur riconoscendone il valore anche sociale? E questo non solo in Molise ma in tutta Italia. Infatti sarebbe possibile scegliere veramente se ci fosse un reale aiuto per portare avanti la gravidanza, una reale alternativa all’aborto. Basterebbe considerare quanto il Servizio sanitario nazionale spende per un aborto (diverse migliaia di euro) e utilizzare questo denaro in favore della vita. Questa sarebbe veramente una possibilità di scelta per le donne in difficoltà economiche. Nel servizio di «Striscia» sarebbe poi stato utile far presente che è sempre possibile portare avanti la gravidanza, far nascere il bambino all’ospedale e non riconoscerlo nel più assoluto anonimato. Anche questa è una possibilità, una scelta ma, come spesso avviene, di questo non si vuol dare informazione quasi che si volesse far percepire che all’aborto non c’è alternativa. Poi per quanto riguarda l’obiezione di coscienza credo che nessuno meglio di un medico comprenda cosa realmente accade e a maggior ragione oggi con i sofisticati mezzi tecnologici a disposizione. Credo che sia quindi assolutamente comprensibile l’incremento dei medici obiettori. A questo proposito c’è un interessante filmato denominato «l’urlo silenzioso» (facilmente reperibile anche su youtube) che racconta di come un medico statunitense abortista dopo aver visto con l’ecografia quello che accadeva al bambino durante una pratica abortiva abbia immediatamente smesso di praticarli e si sia impegnato nella divulgazione di questo video a testimonianza dell’atrocità dell’aborto. Credo che anche nelle scuole, per gli studenti più grandi, sarebbe davvero importante mostrare questo video, che non riporta null’altro che la realtà (quindi assolutamente scientifico), per renderli adeguatamente informati e coscienti di cosa sia l’aborto che, al di là dei termini (cfr. «interruzione di gravidanza») è comunque la soppressione di una vita in atto benché nel grembo materno fase della vita in cui tutti noi siamo passati.

// Giorgio Marusi
Brescia

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