Tutti i Tav a Brescia Una scelta inaccettabile

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È ormai lontano il 2 ottobre 2012 quando, in una sala di via Marconi blindata per paura di infiltrazioni NoTav, si teneva, alla presenza dell’allora sindaco Paroli, l’incontro tra residenti e rappresentanti delle Ferrovie che avrebbe definitivamente affossato le speranze di salvare le abitazioni di via Toscana minacciate dall’arrivo della Tav. Quell’incontro fu la dimostrazione che la Tav è una macchina inarrestabile, poco incline ai sentimentalismi e capace di travolgere ogni cosa lungo il suo percorso. Ma dal medesimo incontro emerse per lo meno il quadro rassicurante che non si sarebbero inferte ulteriori ferite alla città nella costruzione della successiva tratta verso Verona, in quanto il raddoppio dei binari in quella direzione non era ritenuto necessario. In quell’incontro venne chiaramente spiegato come la congestione del traffico ferroviario riguardi la tratta tra Brescia e Milano, mentre i due binari provenienti da Verona sarebbero stati sufficienti non solo per gestire l’attuale traffico, ma anche per sostenere l’eventuale incremento del numero delle «Frecce» che il completamento del tracciato della Tav avrebbe portato in dote. Tutto ciò presupponendo, però, che con la nuova linea la maggioranza dei treni cosiddetti ad «alta velocità» avrebbero scavalcato Brescia, tramite lo shunt costruito a sud della città, relegandola al suo ruolo naturale di media cittadina posta tra Milano e i capoluoghi veneti. In questi giorni invece si apprende dell’ipotesi da parte di Rfi (Rete ferroviaria italiana) di una modifica del tracciato volta ad escludere la fermata dell’alta velocità a Montichiari e i 32 km di rotaie tra Ospitaletto e Calcinato, facendo passare tutto il traffico su rotaia da Brescia. La nostra Amministrazione esulta. Francamente risulta difficile capirne il motivo, visto che le motivazioni di tale ripensamento sembrerebbero essere meramente economiche e al momento non vi sono evidenze che il passaggio di tutti i Tav da Brescia sia indicazione che improvvisamente la nostra città venga considerata punto di sosta per tutti i treni ad alta velocità in transito. Il rovescio della medaglia è invece la realizzazione certa di quel raddoppio della linea storica dalla stazione Brescia Centrale fino a Mazzano tanto temuto dal comitato spontaneo dei residenti di via Toscana perché, scartata l’idea dell’attraversamento sotterraneo della città, foriero di nuovi espropri e demolizioni per un numero di famiglie che le prime stime indicano in oltre 200. Dopo essersi quindi battuta nei primi anni 2000 perché la Tav arrivasse in città, adesso la nostra Amministrazione si batte perché tutti i treni vi transitino, indipendentemente dal fatto che vi facciano sosta, con tutte le problematiche che questo comporterà per la viabilità durante gli anni dei lavori e per coloro che abitano nei pressi della linea ferroviaria. Come è andata a finire con l’arrivo da Milano dell’alta velocità ormai è cosa nota. Che per oltre cinque anni nessuno, da chi progettava, a chi aveva voluto il progetto e a chi amministrava, abbia avuto l’accortezza di comunicare agli interessati delle aree da espropriare il destino delle loro residenze è un fatto ormai conclamato. Meno noto è che nessuna delle ultime tre Amministrazioni della città che hanno fortemente voluto la Tav si sia mai preoccupata di redigere e concordare con Rfi le linee guida per gli indennizzi ai cosiddetti frontisti, che tenessero conto sia del disagio provocato dai lavori che dell’eventuale perdita di valore degli immobili sfiorati dall’opera. Linee guida che Comuni che la Tav non l’hanno richiesta, come ad esempio quelli della linea Torino-Lione, ma anche grandi città come Firenze e Bologna, hanno invece puntualmente approntato. L’auspicio è che coloro che spingono per il passaggio di tutti i Tav fin nel cuore della nostra città sappiano valutare bene se il gioco vale la candela e sappiano tutelare i propri amministrati meglio di come è stato fatto per la linea Tav proveniente da Milano, a monte dell’ingresso urbano «Interconnessione Brescia Ovest». Ai Consigli di Quartiere competenti per la tratta in questione e allo scrivente Comitato via Toscana il compito di vigilare e far sentire la propria voce ogni volta che sarà necessario ricordare alla politica e alle Ferrovie che, al di là dell’interesse pubblico per l’opera, c’è anche da tutelare l’interesse di chi la Tav l’ha dovuta e la dovrà subire in prima persona. // Consiglio Direttivo del Comitato via Toscana

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