Quando la musica si intreccia ai ricordi

AA

Volevo solamente riascoltarlo... un pochino. Mi oscillavo sinuosamente cercando di stare al ritmo, canzoni poco conosciute. Testi che sono poesie. Banalmente un ritmo spagnoleggiante. All’inizio. Questo è ciò che pensano di conoscere tutti, tutti coloro che almeno una volta hanno canticchiato «che cos’è l’amor». «Fresca era l’aria di giugno»... poche parole, troppo significato. Un brio forse poco cantilenante, ma una volta ascoltato parrebbe una ninna nanna per adulti. Certi brani dettano momenti delle nostra vita, banalmente ascoltati al ritorno dal lago, dopo una serata tra amici, arrivano quelle parole. «Ascolta» mi disse, io mezza assonata risposi «cosa?», con aria interrogativa. L’artista. Così, da 5 anni, la mia sveglia quotidiana è rimasta sempre la stessa, finché, come in ogni favola o storia, venne qualcuno di importante a risvegliarmi. E finché oggi, dopo anni, guardando la luna piena, mi sono resa conto di quanto importanti possano essere certi attimi della vita. Parole di tradizioni forse poco riconoscibili, ma talmente accompagnate musicalmente che pare un tuttuno. Non sono un’appassionata di musica né una fanatica di arte, ma adoro i ricordi che le note lasciano, una ragazza che d’improvviso si vede principessa ed un principe che forse, magari, mai potè capire, questo mi narrano. Questo mi raccontano i momenti, di chi, come me, ha conosciuto certe parole che al momento parevano indecifrabili poiché troppo ricche. Di storielle.

// Delia Togni

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