Prostituzione Che non finisca come i balletti verdi

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Purché tutto non finisca in una bolla di sapone. Mi riferisco all’inchiesta della magistratura bresciana su una banda di pedofili, per i quali pare imminente il processo. Negli anni Sessanta del secolo scorso la nostra città fu travolta da analoga vicenda, di dimensione ed eco più vaste data l’epoca: i «Balletti verdi». Giovanotti e minorenni che, secondo l’accusa, si prostituivano, ricevendo in cambio somme di denaro di diverso importo anche da facoltosi anziani professionisti richiamati all’ombra del Cidneo dalla disponibilità di imberbi accompagnatori. Uno scandalo imbarazzante per la Leonessa. Brescia venne accostata all’empia Sodoma, le targhe delle autovetture bresciane erano irrise lungo lo Stivale, addirittura una band musicale realizzò un 45 giri. Furono oltre cento le persone indagate e processate. Ma alla fine di quella centuria rimase ben poco. Molti (imputati innocenti e assolti, e testimoni) pagarono comunque un conto salato dovuto all’indesiderata notorietà. Spero, perciò, che l’esito dell’attuale inchiesta non riproduca gli errori del passato, creando «mostri» inesistenti e l’imbarazzo di una città.

// Lettera firmata Il direttore risponde «Fammi indovina e ti farò ricca», usava dirmi la mia nonna quando, piccolina, le chiedevo un pronostico per il tempo che farà. Non so dirle, perciò, come finirà il caso richiamato nella sua lettera. Per dovere di cronaca faccio però una precisazione e una considerazione: l’accusa è prostituzione minorile (e non pedofilia) e tra l’inizio e la chiusura delle indagini sono trascorsi solo una manciata di mesi. Un record (raro) che rispetta in pieno la tempistica del «giusto processo» attraverso il quale (immagino a breve, l’udienza preliminare è fissata al 18 maggio) verranno chiarite la posizione e la responsabilità o meno degli imputati.

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