Non confondere i profughi con gli immigrati

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Leggo con rassegnazione l’intervento dei signori Fenaroli, Albini e Parmigiani, noti esponenti della sinistra radicale e amministratori comunali, in merito alla vicende dell’esodo migratorio e all’intervento del Presidente di Regione Lombardia Maroni definito di «misero opportunismo». Ritengo che dietro alle loro parole vi sia la patologica concezione dello Stato che muove le truppe del progressismo da salotto, uno Stato che - nel loro giudizio - non dovrebbe rispondere in nessun caso ai contribuenti ma solo ed esclusivamente a principi etici trascendenti. Francamente trovo che questa idea sia da rigettare in maniera completa in favore di una concezione liberale nel senso più nobile della parola. Lo Stato nasce dal patto sociale dei cittadini che lo hanno fondato ed a loro deve rispondere, di fronte a loro è responsabile, nei loro confronti deve essere solidale: ai cittadini, non a ogni essere umano vivente sul pianeta terra. Conquista inalienabile della civiltà sono i diritti umani e le libertà dell'uomo ma qui i tre signori della Sinistra chiedono ben altro quando pensano che Repubblica Italiana debba comportarsi da quinta colonna delle Ong e garantire un accesso illimitato all’Occidente per africani ed asiatici che vivono sotto la soglia di povertà. Dare rifugio ai profughi è altro da postulare - come fanno costoro - l’accoglienza come valore assoluto: si tratta di cose differenti che solo dei visionari pervasi dall’ideologia potrebbero fraintendere. I profughi sono una minoranza e vanno - in tempi rapidi - messi in condizioni di ottenere lo status che il diritto internazionale riconosce loro; i migranti economici sono la maggior parte (si tratta di tutti coloro che si muovono per cercare migliori condizioni di vita che in nessun modo siamo in grado di offrire loro) e vanno - sempre in tempi rapidi - identificati (anche se si tratta di un omone di due metri non collaborante, tornando all’esempio del ministro Angelino Alfano) e riaccompagnati da dove sono partiti. Non credo minimamente che vi sia un solo Stato africano che non sia disposto ad accogliere i propri cittadini, temo che la pretesa difficoltà degli accordi bilaterali con i Paesi in questione palesi solo l’assenza di volontà politica di gestire con rigore il fenomeno. L’Europa è cieca e sorda, ammettiamolo. Ma agisce tecnicamente nella legittimità ed è protetta nella propria durezza da quel diritto che noi invece continuamente ignoriamo o applichiamo solo alternativamente o non applichiamo affatto se il destinatario (come nel caso in questione) è «debole». Purtroppo l’ideologia terzomondista da cui sono pervasi i tre tribuni non vuole risolvere i problemi dei Paesi in via di sviluppo ma solo ottenere ciò che loro considerano il risarcimento per il passato remoto e per le ingiustizie lamentate; risarcimento che dovrebbero pagare i contribuenti italiani già vessati da ogni genere di pressione, costretti a lavorare fino a tarda età dalla legge Fornero, costretti a versare al fisco 2/3 dei loro redditi, costretti a lottare contro tutto e tutti. Sono estremamente convinto che sia inaccettabile costringerli a farsi carico dei problemi dell’umanità intera. Sono profondamente orgoglioso di lavorare per gli italiani. // Gianmario Fusardi Brescia

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