La politica stia lontana dalla montagna

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Sul Giornale di Brescia del 7 dicembre (pag. 9), e da altre fonti di informazione, ho letto la notizia circa il fatto che sul Ghiacciaio del Presena - Gruppo Monte Adamello - è stata realizzata o si sta realizzando una statua di ghiaccio, posta più o meno vicino ad un igloo-seggio elettorale (il più alto d’Italia!), raffigurante o che dovrebbe raffigurare uno o più dei candidati alla competizione politica dell’8 dicembre (Renzi, Civati, Cuperlo). Siccome la cosa è parsa lesiva della par condicio ad alcuni degli appartenenti alla stessa compagine politica, è pure stato suggerito di sostituirne intanto le fattezze con quelle dell’appena scomparso Nelson Mandela; c’è però la promessa che, ad urne aperte, la statua verrà completata col volto del vincitore. Non mi pronuncio sull’aspetto politico, salvo per rilevare che, non appena quest’idea «montanara» è stata elucubrata, subito ne è nata una «lite», pure essa portata sulla montagna. D’altra parte cose simili sono sempre avvenute: era accaduto con la c.d. «Guerra delle bandiere» che all’inizio del ’900 precedette l’unificazione del Trentino all’Italia (alpinisti/patrioti scalarono le vette meno facilmente accessibili per apporvi la bandiera della propria Nazione, fino al momento in cui qualcuno andava a sostituirla con l’avversaria: alla gente comune, dal basso, non restava che guardare); oppure, al tempo del Fascismo, sull’impervia Torre Costanza della Grignetta fu aperta la via d’arrampicata denominata «del Littorio» e, sulla cima, fu appunto apposto un Fascio colorato, ben visibile dalla valle (dopo la guerra altri a quella via hanno proposto di cambiare il nome: per un po’ divenne la «Via dell’Antifascismo»). In altro ambito, sono note le fioriture, e le polemiche, circa le croci o simili un po’ su tutte le cime; ed anche qui per par condicio, è accaduto che sul Pizzo Badile (quello a confine con la Svizzera) sia stato impiantato pure un Buddha, che ignoti poi hanno fatto rotolare a valle. Sulla trovata di ora mi pare sia però mancata una considerazione. Per me la montagna dovrebbe essere un luogo di rispetto, a prescindere dalle appartenenze politiche, religiose od altre (affari, ecc.); e, se farvi statue di ghiaccio non credo sia vietato, sarebbe meglio lasciarle la sua diversità, che è proprio quella di non avere a che fare con la vita e la mentalità del cittadino, almeno di quello che almeno alla domenica certe cose non vorrebbe vederle. Provvederà la natura a porre i suoi rimedi, sempre che qualcuno non pensi di coprire la fresca opera con qualche metro di mantello salva-ghiaccio. Carlo Bonardi Brescia

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