La famiglia naturale è determinante per la nostra società

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Se il signor Stefano Pazzaglia, nella sua lettera del 2 febbraio scorso, arriva ad affermare che «la famiglia naturale pare non essere più idonea alla nostra società» et similia, e ciò viene pubblicato, vuol dire che, con qualche speranza di pubblicazione, posso scrivere qualcosa al riguardo pure io. Non ho le competenze antropologiche e neppure giuridiche necessarie per controbattere in modo approfondito alle speculazioni sul concetto di famiglia naturale che precedono, nella lettera citata, tale affermazione, ma mi basta il buon senso ed un minimo di conoscenze storiche per rispondere che, attraverso il nostro modello di famiglia, la civiltà occidentale ha forse saputo costruire qualcosa di più interessante, mi si consenta, di ciò che ha saputo offrire la «cultura polinesiana», che pure tanto affascinava un pittore del calibro di Gauguin. Non so, mi vengono in mente i primi ospedali, le prime università, le cattedrali gotiche, la musica di Bach e di Mozart, il Rinascimento italiano... E vengo al punto che più mi sta a cuore: la pretesa di liquidare la famiglia naturale, pretesa che, da quanto mi risulta, neppure la sinistra più «libertaria» e «avanzata» condivide compatta, forse le lobby sovranazionali... Benissimo: dato che la famiglia naturale «pare non essere più idonea alla nostra società» rottamiamola, finalmente! Ma mi dica, signor Pazzaglia, chi mi garantisce che con sperimentazioni alternative le cose andranno poi meglio? Può citarmi studi attendibili che possano giungere a tale conclusione? Può illustrarmi quali modelli alternativi potremmo adottare? E non sto parlando come cattolico, mi creda, sto solo tentando di portare la questione da lei sollevata sul piano del confronto razionale. Riflettendo ora invece da cattolico mi limito a ricordare che quando l’uomo vuole sostituirsi a Dio iniziano i disastri, e la storia lo dimostra. Mi limito a ricordare che Papa Francesco ha recentemente condannato le sperimentazioni educative sulla pelle dei nostri bambini e ad esprimerle il profondo sgomento provato nel leggere che, scritto da lei con riferimento alle persone con tendenza omosessuale, «nessuno cambierà questa tendenza "naturale" nemmeno un milione di persone»: lei crede veramente che il milione - o quello che si vuole - di partecipanti al Family Day si sia dato appuntamento a Roma per cambiare questa tendenza? Lo fa un popolo così meschino? Dove lo ha letto? Non mi risulta che nemmeno i giornaloni mainstream e le reti televisive, unificate per l’occasione contro il suddetto Family Day, siano arrivati a tanto. Ha avuto la pazienza di ascoltare l’intervento di almeno uno dei relatori ufficiali della manifestazione? E, per cortesia, non mi venga a raccontare che non si riferiva a tale evento...

// Luca Poli
Prevalle

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