La cultura e le perplessità su Goldin

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In queste settimane mi sono volutamente astenuta dal commentare la «vicenda Goldin», pur leggendo le varie opinioni pro o contro, e pur trovando in ognuna di esse posizioni condivisibili o apprezzabili. Sono d’accordo invece «in toto» con Marco Vitale, il cui intervento pubblicato sul Gdb il 31 agosto evidenzia con lucidità gli aspetti e i contorni di tutta la vicenda. Gli eventi organizzati da Linea d’Ombra sono fondamentalmente operazioni economiche, «pro domo sua», e i cui risultati si auspica siano positivi come spetta ad un imprenditore, e che si svolgono casualmente in ambito culturale. Il fatto stesso di proporre una mostra, non per far conoscere un tema specifico, ma per «festeggiare» l’anniversario della propria attività, mi pare la conferma di quanto affermato. Poi, il signor Goldin può essere persona che raccoglie consenso o meno, io non ne ho conoscenza diretta; ho avuto contatti con la sua struttura, che ho trovato poco disponibile e con persone di nessuna empatia, ma queste sono opinioni soggettive... All’epoca delle «grandi mostre» avevo manifestato all’amico e sindaco Corsini le mie perplessità sugli accordi con i quali aveva «consegnato» a Marco Goldin le chiavi di Santa Giulia, permettendogli una gestione totalitaria e insindacabile, ma ormai i contratti erano in essere. Per quello che vale la mia opinione, è da quando ho visitato per la prima volta Santa Giulia, ultimata nei suoi restauri, che affermo la convinzione di avere in città un «contenitore» migliore dei contenuti... Non si può appiccicare l’etichetta «impressionismo» a qualsiasi esposizione solo perché il termine attira la gente, gente che spesso neppure si accorge del contesto in cui si sta muovendo. Condivido quindi l’indirizzo dell’attuale Amministrazione, che intende fruire delle numerose e preziose risorse umane di cui la città non scarseggia, e mi auguro si trovi spazio e occasione per valorizzare il patrimonio artistico cittadino, esponendo anche i «tesori nascosti» e solitamente invisibili. // Virginia Peroni Brescia

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