La biografia di Paola di Rosa, esempio attuale

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Nella sala polifunzionale dell’Università cattolica di Brescia, le Ancelle della Carità in collaborazione con il Dipartimento di Scienze storiche e filologiche dell’Università cattolica e con l’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia, sezione di Brescia, hanno organizzato un incontro sulle parole e sui gesti di Paola di Rosa nel bicentenario della nascita, affidando le parole della Storia a Giovanni Gregorini, storico, ed i gesti del Carisma a Valeria Boldini, teologa. Da spettatrice sono giunta a questa conclusione: a 200 anni dalla nascita il messaggio e l’operato di Paola di Rosa, poi Suor Maria Crocifissa e successivamente Santa Maria Crocifissa, sono come non mai attuali, in tempi di crisi e di difficoltà, quali sono quelli odierni. Nobile, ricca, raffinata, si «tuffa» in esperienze caritatevoli e lavorative con slancio ed entusiasmo encomiabili. Ma non era sola in queste scelte. Si pensi a quanta fiducia, a quanta stima, a quanta sensibilità e rispetto abbiano illuminato il sentire del Conte di Rosa quando ha permesso a sua figlia di «sposare» Cristo; a quanta sollecitudine all’azione responsabile abbia concesso alla figlia, lasciandola libera di attivarsi fra le operaie nella filanda di Acquafredda. Il suo comportamento è stato altamente educativo ed attuale: la futura Santa era giovanissima, vissuta fra casa e Collegio, orfana di mamma, era donna, nel 1800: eppure egli l’ha lasciata andare dopo averle regalato in famiglia le radici per trarre l’energia necessaria a vivere e crescere, per poter essere stabile e forte; e le ali per essere indipendente, per volare in alto, nel cielo della piena autonomia e della realizzazione personale, ma finalizzata al servizio. Ne aveva colto le motivazioni, era stato capace di mettersi da parte, ma di condividerne materialmente e spiritualmente l’operato! Il Conte era riuscito a leggere nel cuore della figlia, a coglierne le emozioni come parte integrante della formazione umana, ad appoggiarne le abilità nel capire il mondo, nell’amare gli esseri umani, nell’alleviarne la miseria e la sofferenza. Il fervore educativo del papà della Santa, permeato di stima, di fiducia e di Fede solida, è quindi stato il pilastro da cui ha preso il via il viaggio di Paolina verso gli altri, un viaggio variegato e multiforme, permeato di concretezza e di spiritualità, diviso fra donna «manager» e donna innamorata di Gesù eucaristico, inginocchiata nell’adorazione al Santissimo per trarre vigore, suggerimenti e forza. Un messaggio attualissimo per i genitori e gli educatori di oggi: riuscire a regalare ai figli/ragazzi radici ed ali, impresa difficilissima ed ardua, ma non impossibile. Ecco, quanto considerato, oltre alle riflessioni proposte dallo storico e dalla teologa, è un po’ il succo della azione caritativa della Santa, ciò che ho rispolverato, mentre venivano nominati episodi significativi della sua esistenza e della sua missione. Un messaggio di operato e di spiritualità profondo ed intenso, perpetrato nel tempo, diffuso nelle più svariate sfaccettature della realtà, della quotidianità, attuale e concreto, grazie all’Istituto da Lei fondato. Per un attimo ho immaginato di intravedere, sul palco della sala polifunzionale, Paola e il Conte Clemente, mentre vi si alternava accanto l’infinita processione di malati, di bisognosi, di affamati, le cui necessità hanno trovato risposta nelle opere delle Ancelle di ieri e di oggi.
... ed «è fiorita» la gratitudine...

Lettera firmata

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