Il tragicomico racconto di una pessima maturità

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Conclusi gli esami di Stato previsti per gli Istituti Superiori. Sollevati gli studenti che hanno superato lo scoglio della maturità. Come si sentono gli uscenti, commissari interni ed esterni e i presidenti delle varie commissioni, dopo il tour de force? Stanchi ma soddisfatti. Oppure solo, ed ancora stanchi? Qualcuno ha scritto: «Ma vogliamo capirla o no che in Italia bisogna rimboccarsi le maniche se si vuole uscire dalla crisi?» riferendosi alla categoria «privilegiata» degli insegnanti che godono di molti e molti giorni di ferie (precari esclusi, perché disoccupati, in tali periodi) e non lavorano (formalmente in Istituto) quotidianamente le otto ore giornaliere (escludendo dal computo, l’attività di preparazione delle lezioni, di programmazione, di rendicontazione, di correzione elaborati, predisposizione di prove, di ore dedicate alle riunioni ordinarie e straordinarie e via dicendo…). Come sarebbe bello, se i ragazzi si mettessero a studiare coscienziosamente e alacremente... Perlomeno quelli arrivati in quinta, graziati ogni anno, per opera pia, se non altro, per evitare le consuete figuracce in sede d’esame finale. In un Istituto statale, pochi giorni fa, un maturando ha risposto alla domanda che cosa sia successo l’otto settembre del 1943; prima, dicendo che è scoppiata la prima guerra mondiale. Poi sotto intervento della docente, che l’ha indotto a riflettere sulle date, ha cambiato la sua posizione asserendo che in quel giorno iniziò il secondo conflitto mondiale. Nomi e termini come: il generale, il capo del governo, Pietro Badoglio, la proclamazione dell’armistizio, la repubblica sociale di Salò non solo non li aveva mai sentiti nominare, ma, facendolo parlare è emerso persino che non sapeva neppure che l’Italia avesse combattuto a fianco della Germania e che Mussolini si fosse alleato con Adolf Hitler. Il libro di storia non lo deve mai aver aperto, durante le lezioni deve aver pensato a tutt’altro, documentari storici, ben costruiti, non ne deve mai aver visto. Magari avrà guardato qualche film all’americanata. I tedeschi, in genere, sono rappresentati come i «cattivi», e aver pensato che noi essendo «buoni», per logica conseguenza, non ci siamo mai alleati con loro. Nulla è stata la prova di diritto e sta di fatto che si è diplomato con 100 su 100. Lui è stato bravo, figuriamoci gli altri candidati! Povera Italia. C’è chi rimpiange l’istruzione selettiva. Quando lo sguardo del docente rivolto sul registro riusciva a suscitare un tombale silenzio, nell’aula. A quei tempi, gli alunni, erano rispettosi e sottomessi... Oggi purtroppo molti studenti sono figli di separati, risistemati, di genitori che non si curano affatto di loro, hanno altro da fare, assillati da troppi impegni. E gli insegnanti che cosa devono fare, i baby sitter?

// Rosanna Malagnini
Lonato del Garda

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