I profughi oggi, i nostri emigranti e la falsa solidarietà

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Voglio ricalcare i vari pareri apparsi nelle rubriche Lettere al Direttore dei giornali della provincia e non circa l’attuale problema dei profughi. Pur condividendo parte di ciò che è stato scritto, penso che nel rispetto di tutti i pensieri e di tutte le persone, di ieri e di oggi, si debba fare un po’ di chiarezza su alcune situazioni. Bisogna innanzitutto diversificare i migranti di oggi da quelli di ieri: i profughi dei giorni nostri vengono accolti, curati, vestiti, nutriti e mantenuti per parecchio tempo, mentre i nostri avi, che pure intrapresero viaggi lunghi e pericolosi scappando dalla povertà lasciata dalle guerre, arrivati a destinazione, se non erano sufficientemente sani e propensi al lavoro, venivano senza grandi problemi rispediti indietro o si imbruttivano a tal punto da non dare più notizie di sé, cosa che adesso non è permessa. Chi, invece, si è integrato nel nuovo mondo e non è più rimpatriato è perché ci vive agiatamente e dignitosamente, non soffrendo certo di nostalgia nei riguardi di una patria che non gli ha dato possibilità di degna permanenza. Casomai l’unica nostalgia è per gli affetti personali. Ancora oggi i nostri migranti e frontalieri che vanno, per esempio, in Svizzera vengono trattati «diversamente» anche se entrano in terra straniera con tanto di documenti e lasciapassare per lavorare e quindi per produrre in quell’economia con buona pace di tutti a differenza di questi profughi che, invece, arrivano giornalmente sul nostro territorio clandestinamente. La Svizzera, da sola, dà lavoro a molti italiani (290.000 e oltre 65.000 frontalieri) e l’Italia dovrebbe chiedersi il perché. Conseguenza di questo, e non lo reputo un luogo comune, è che i nostri emigranti italiani, agli occhi degli Stati che li ospitano, paiono come dei rifugiati in quanto l’Italia non ha per loro la stessa cura che riserva agli immigrati che si riversano sulle nostre coste. Ancora oggi chi vuole andare in Canada, in Australia o in altri Stati del mondo deve dimostrare di avere un contratto di lavoro e determinate caratteristiche, quali per esempio un conto corrente aperto, che gli permettano un soggiorno produttivo e duraturo. In conclusione penso che becero sia cadere sempre nel luogo comune per cui gli italiani siano un popolo di razzisti e fascisti. Fino a prova contraria, invece, penso che il popolo italiano sia il più solidale al mondo specialmente se confrontato con altri popoli come francesi, inglesi, ungheresi e maltesi che non ci hanno pensato due volte ad erigere muri e/o barriere per evitare che questi poveri disgraziati varcassero i loro confini, ma, ovviamente, Francia, Inghilterra, Ungheria e Malta non devono essere tacciati di razzismo. Non dimentichiamo, comunque, che in tutte le nostre comunità sono presenti da anni extracomunitari di varie nazionalità con tanto di contratto di lavoro, che pagano l’affitto e che vivono decorosamente con le loro famiglie. Se un buon numero di abitanti di Stadolina e dei Comuni vicini si è mostrato contrario al soggiorno di queste persone, non è certo per razzismo, ma solamente perché sono ospiti pagati e accuditi che non producono, in uno Stato, il nostro, che bistratta i suoi disoccupati, non paga o fatica a pagare arretrati e disoccupazione, non crea nuovi posti di lavoro e, in questo caso specifico, assume gente residente in loco sottopagandola per dare servizio a questi ospiti che, nonostante la «paghetta giornaliera», non si autogestiscono, ma hanno bisogno di cuochi, governanti e insegnanti. Nessuno li vuole «bruciare» e non è questione di essere Comunisti, Leghisti, 5 Stelle, ecc., la questione è che il nostro governo non ha saputo e non sa gestire la situazione migranti e sta sfruttando il popolo italiano con tasse a non finire tanto che chi offre le proprie seconde case a questa gente, è risaputo, non lo fa per generosità, ma per pagarsi l’Imu e altro con i soldi che lo Stato eroga per ogni migrante ospitato. È davvero un’amara conclusione e una magra soddisfazione. Per un paio di mesi possiamo anche fingere di credere che siano turisti, ma poi come impiegheranno il loro tempo? Sono tutti giovani e forti. Questo è ciò che in tanti si chiedono. Non è solo un luogo comune «l’ozio è il padre dei vizi» e la preoccupazione è fondata. Quindi non lasciamo che qualcuno si permetta di chiamare «pagliacciate» i pareri della gente e le manifestazioni per esternarli a favore o contro la presenza di profughi nei nostri Paesi. La democrazia prevede la libertà di parola e di espressione in tutte le sue forme e chi la denigra o la nega è sicuramente un tiranno. È proprio pensando agli affari e agli interessi che si nascondono dietro a queste vicende, che spezzo una lancia non solo a favore degli abitanti di Stadolina, del Comune di Vione e dei paesi limitrofi, ma anche a favore dei profughi che, a loro insaputa, sono usati per affari poco chiari. La generosità e la fratellanza, per me che sono cattolico praticante e che non appartengo alla chiesa dei ricchi, ma alla chiesa di Dio, è davvero un’altra cosa. Quanti parroci ospiterebbero i migranti senza l’incentivo statale? Di santi ce ne sono pochi. L’incapacità a promuovere civiltà e lavoro nel terzo mondo si sta ritorcendo sulle politiche capitaliste perciò egoiste dell’occidente che si è proposto per secoli ai Paesi sottosviluppati con chimere, rivelandosi, invece, subdolo sfruttatore circondato da falsi profeti. // Fabio Fogliaresi Temù Cittadino e Consigliere Comunale di Minoranza

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