Evento eccezionale per un territorio che non ha pari

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Se i nuovi dati dei flussi turistici in Franciacorta del 2015 avevano riconfermato quelli precedenti, avvalorando il trend positivo di un territorio vitale, con la funzione trainante del «Franciacorta», noto nel mondo, occorreva un’occasione in grado di presentare al mondo la bellezza di un territorio ricco di paesaggi naturali, di storia, di arte, ma finora rimasto nella nicchia di semplicità delle sue bellezze naturali da Montisola fino a quelle storico-artistico-culturali delle incisioni rupestri della Valcamonica. Non si era sbagliato lo scorso anno durante l’Expo, commentando molto positivamente la presenza eccellente della Franciacorta con i suoi prodotti enogastronomici, nel prevedere che l'annunciato evento appena concluso, avrebbe portato Monte Isola al centro del mondo, a ripetere e concludere alla grande un’Expo turistica di un territorio che già a Milano aveva dato il segno non solo con la presenza gastronomica, ma anche imprenditoriale di assoluta qualità con l'esposizione dell'albero della vita. Christo, artista del nuovo realismo che ha interpretato nel Novecento il paesaggismo artistico mondiale in modo nuovo ed originale, in una versione moderna del paesaggismo pittorico dei secoli scorsi, affascinato anche lui dal Sebino che nel 1825 già aveva ispirato Luigi Basiletti di cui vediamo l’opera alla Pinacoteca Tosio-Martinengo come poi molti artisti contemporanei, con la scelta recente ha coniugato il sapiente uso della bellezza naturale del paesaggio con l'arredo pseudo-scultoreo con cui finora aveva valorizzato monumenti, ma sopratutto luoghi naturali come la scogliera australiana, la «running fence» in California e la «valley curtain» in Colorado: grandi istallazioni suggestive, in grado di emozionare visivamente ed emotivamente, ma senza un coinvolgimento diretto e completo del fruitore nel paesaggio e nell’opera artistica. L’intuizione di coniugare paesaggio con un’architettura viva e vissuta, sfidando la natura con un sapiente uso della tecnologia, aveva già dato fin dall’inizio la sensazione che l’opera, oltre ad essere un nuovo interessante capitolo della dimensione artistica dell’autore, avrebbe costituito un episodio unico e del tutto d’avanguardia per le sue caratteristiche. Quindi, con la convinzione che l’evento era valido e da sostenere, oggi non ci si può che compiacere del successo riscontrato, grazie a tutti i volontari, gli Enti, le Amministrazioni, le Autorità che l’hanno favorito mediante un'ottima regia ed un efficiente coordinamento, soprattutto in relazione all’impatto dei visitatori che era la parte più problematica dell’evento. Chi, pur dal pulpito di una competenza artistica, lo ha banalizzato non dimostra l’obiettività di riconoscere innanzitutto la perfetta tecnologia con cui si è realizzato l’impianto che è stato l’indiscutibile supporto di un’opera d'arte, completa e coinvolgente, fondata sull’effimero e sul provvisorio, voluto dall’artista, ma con quel «effimero» che però si è trasformato in godimento e divertimento completo da parte dei fruitori. Le positività dell’evento, prescindendo dal successo dell’eccezionale numero di visitatori, hanno già favorito l’ottima trasformazione delle «Palafitte», storica ed antesignana architettura degli Anni ’60 in posizione stupenda, in un ambiente destinato ad eventi turistico-culturali, la scoperta della «Valeriana» da cui godere di un paesaggio stupendo, ma soprattutto ha fatto conoscere al mondo questi territori, così belli ed affascinanti e tali da costituire una valida attrazione turistica, spesso ignorata o sottovalutata, forse per l’immagine prevalente di una presenza esclusiva di artigianato: una presenza tale però da costituire una risorsa ed un’attrattiva pure mondiale grazie ad un’efficienza imprenditoriale che ha realizzato la complessa componente strutturale dell’eccezionale evento.

// Gianmarco Pedrali
Console Tci per Franciacorta Sebino e Valcamonica

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