Diritti e doveri secondo la lezione di Aldo Moro

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Tutte le persone sono titolari di diritti, ma pure di doveri. E «La stagione dei diritti si rivelerà effimera se in Italia non rinascerà il senso del dovere». Così scriveva in una delle sue profonde riflessioni Aldo Moro alcuni mesi prima della sua barbara uccisione (il 9 maggio del 1978). Certamente lo Statista pugliese voleva mettere in evidenza che ad ogni diritto individuale deve corrispondere un dovere sociale condiviso. Purtroppo, nei decenni successivi, la classe politica non fu in grado di creare una armonia dei diritti con i doveri, pure individuali verso la società. Così alcune categorie o corpi sociali ritengono che taluni diritti, a suo tempo acquisiti, non debbano mai essere confrontati con l’insieme della realtà economica e sociale; neppure di fronte alle incertezze occupazionali, e quindi pensionistiche dei figli nei decenni futuri. Intanto si continua ad invocare diritti di cittadinanza, o diritti civili, ma lo si fa senza premettere una analisi dei bisogni primari che sono indispensabili per tutti i cittadini. Inoltre, non si tiene conto dell’evoluzione demografica intervenuta nella popolazione, con le sue fasce di età, per poter addivenire ad una proposta d’insieme del modello di sviluppo a cui tendere, nonché come meglio utilizzare un patrimonio di risorse che appartiene all’intera collettività nazionale. Credo, pertanto, che vada maggiormente, ed ampiamente, acquisita la consapevolezza che sia i diritti che gli equivalenti doveri devono avere dei risvolti sociali, in grado di rendere migliore la qualità della vita di tutti i cittadini, da realizzarsi nelle rispettive famiglie, come base per rendere più armoniche e solidali le nostre comunità. In questo sforzo progettuale e pratico dobbiamo assicurare che ogni persona appartenente alla minore età non abbia mai a dover subire traumi, o penalizzazioni di alcun tipo, a causa delle scelte riguardanti gli adulti (genitori compresi). Diversamente i diritti invocati, e pure riconosciuti sulla carta, rimangono privi della necessaria condivisione sociale. // Giuseppe Delfrate Chiari

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