Calcio, sì al bel gioco e venga bandita la corruzione

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Ha proprio ragione Paolo Franchi quando scrive «Calcio & Politica: un declino parallelo». In effetti ci mancava che anche in Lega Pro si arrivasse ad essere sotto inchiesta per il calcio scommesse. Qualcosa di analogo per la corruzione che ogni giorno fa notizia in politica anche a certi livelli e con modalità, che mai ci saremmo aspettati. Il caso del presidente di Ferrovie Nord di Milano, esploso recentemente, ci ha fatto, ancora una volta di più, riflettere che in talune posizioni di potere, se mantenute a lungo (Norberto Achille era al vertice da 17 anni) fosse invalsa la consuetudine di potersi concedere qualsiasi cosa, quasi tutto fosse possibile. Ovviamente il presidente si è dimesso dalla carica a seguito dell’avviso di garanzia per peculato e truffa aggravata ai danni dell’Ente. Fatichiamo, però, a comprendere come possa aver scritto, nella sua lettera di commiato, di lasciare l’incarico con rammarico... Anche per il calcio ci fa piacere leggere che il premier Renzi proponga di far piazza pulita. In effetti anche nel mondo del pallone c’è la necessità di usare la ramazza per fare piazza pulita. A ridarci un po’ di speranza è servita la finale di Coppa Italia, che ha visto prevalere la Vecchia Signora, che, poi, tanto vecchia non è, contro una Lazio ben disposta in campo da Pioli e con individualità di spessore, tanto da dare parecchio filo da torcere ai bianconeri, che Allegri, inizialmente contestato dai tifosi, sta facendo sognare per un’auspicabile tripletta. Le parole del presidente Mattarella ci hanno richiamato alla realtà richiamando quei valori di genuinità, che hanno sempre fatto riempire gli stadi, deve prevalere il bel gioco e la corruzione deve essere bandita. // Luigi Cavalieri Desenzano del Garda

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