A Benevento ho trovato una speranza

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Sono un medico che esercitava in Alta Valle Camonica, ho 58 anni e nell’ottobre 2009 mi è stata diagnosticata una enorme neoformazione addominale. Il primo intervento venne eseguito dal primario ginecologo dell’ospedale di Vallecamonica - Esine (allievo del Prof. Huscher). Sono seguiti due interventi all’ospedale di Sondrio. Avevo bisogno di un chirurgo che affrontasse il mio problema e tramite la dottoressa Marini, responsabile del Centro Trasfusionale degli Spedali Civili di Brescia, la mia strada si è intrecciata con quella del Professore Cristiano Huscher. Prima dI approdare al Professore Huscher, a Benevento (800km), sicuramente ho fatto vari tentativi con altri chirurghi che logisticamente erano più accessibili, tutti mi hanno risposto che non c’era più spazio per la chirurgia. Il mio addome sembrava quello di una donna all’ottavo mese di gravidanza e le mie condizioni erano disperate. Ho contattato il professor Huscher, il quale mettendomi davanti ai rischi a cui andavo incontro mi ha operato togliendo dal mio addome circa 11kg di masse. Il professor Huscher mi ha operato ben nove volte (l’ultima il 09/02/2016) e, accingendosi per la decima volta (fra qualche giorno), mi sostiene in questo percorso che ho concordato insieme a lui, percorso chirurgico, in quanto non ci sono altre terapie. A Benevento la Divisione di Chirurgia Oncologica è il fiore all’occhiello della regione Campania, pazienti che arrivano da tutte le regioni d’Italia tra cui tanti dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto, dal Lazio oltre che da tutta la Campania. Liste di attesa molto lunghe, équipe d’eccellenza che lavora in perfetta sintonia coadiuvata da un bravissimo anestesista, il dottor Guido Prizio. Ottima intesa con la Rianimazione, eccellenza anche questa, guidata dal dottor Elvio De Blasi. Come non fidarsi di un uomo di grande scienza, grande studioso e grande maestro? Quali peripezie e quanti chilometri non affronteresti per poter essere operato da lui? È stato definito «il Chirurgo dell’ultima spiaggia» e copiando le sue parole dico che non sono miracoli quelli che avvengono al «Rummo» ma si cerca di dare risposte a malati per i quali era già stata gettata la spugna. La speranza è l’ultima a morire e finché ci sono persone che te la infondono possono essere affrontati chilometri e disagi.

// Dottoressa Giuseppa Cosentino
Edolo

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