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Strage di Monaco, «killer solitario senza legami con l'Isis»

Ali Sonboly non aveva legami col fondamentalismo islamico. Per gli inquirenti c'è invece un nesso con la strage di Utoya
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Un killer solitario armato di una pistola Glock 9 mm e 300 proiettili, nessun legame con l' Isis. 

Così gli inquirenti descrivono oggi il 18enne tedesco-iraniano Ali Sonboly, che ieri ha compiuto la strage nel centro commerciale Olympia, uccidendo nove persone prima di rivolgere l'arma contro di sé: il giovane era in cura psichiatrica per una depressione. 

«A causa tua sono stato vittima di bullismo per 7 anni...», ha pure detto durante la sparatoria.

A questo proposito, questa la testimonianza di un ex compagno di classe: «A scuola facevamo mobbing contro di lui, diceva che ci avrebbe uccisi...». 

Per gli inquirenti, però, non c’è nessuna prova di bullismo: «Verifichiamo», è stato detto dai vertici della polizia. 

Al contrario, «è evidente il legame» dell'eccidio di Monaco con la strage compiuta da Anders Breivik a Utoya 5 anni fa (69 morti) «di cui ieri cadeva il quinto anniversario». A dirlo è stato il capo della polizia di Monaco Hubertus Andrae.

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