Italia e Estero

«Non ti uccide il terremoto, ma la casa che ti crolla addosso»

Per i geologi serve un'opera di prevenzione e di educazione: l'Italia è un paese a forte rischio sismico, ma la coscienza a riguardo è scarsa
AA

«Non ti uccide il terremoto, ti uccide la casa che ti crolla addosso». 

La frase è di Mario Tozzi, geologo e ricercatore tra i volti più noti della divulgazione scientifica. Un commento che torna attuale ogni volta che un sisma in Italia si trasforma in una tragedia con devastazione e morte. Il riferimento è ovviamente alle condizioni degli edifici italiani e della scarsa prevenzione antisismica.

Un esempio può aiutare a capire: i danni subiti da Norcia nel terremoto di ieri sono stati limitati, mentre paesi come Amatrice e Pescara del Tronto sono stati rasi al suolo. La differenza? Nel primo caso, in seguito a un sisma avvenuto nel 1979, la cittadina era stata sistemata con criteri antisismisici. Negli altri due centri, invece, non è stata fatta prevenzione. E sono stati rasi al suolo.

«In Italia almeno 24 milioni di persone vivono in zone ad elevato rischio sismico - ha detto Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. -. La zona dell'Italia centrale colpita è riconosciuta come ad alto rischio, del resto come la quasi totalità della catena appenninica, da nord a sud. Questa notte si è mossa una faglia appenninica di tipo distensivo. Ma l'Italia intera, come è noto, è ad alto rischio, proprio perché è un paese geologicamente giovane e di frontiera». 

Non ci sono territori totalmente esenti, è il ragionamento di Peduto. Eppure la coscienza a riguardo è scarsa. 

«Noi geologi da anni diciamo che in Italia siamo ben lontani da una cultura di prevenzione. Innanzitutto sarebbe necessaria una normativa più confacente alla situazione del territorio italiano. Proponiamo un fascicolo del fabbricato con una classificazione sismica degli edifici - propone Peduto -. Fondamentale anche un piano del Governo per mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici». 

Prevenzione da fare con opere pubbliche, dunque, ma anche attraverso l’educazione. 

«Perché cresca la coscienza civica dei cittadini nell'ambito della prevenzione sismica bisognerebbe cominciare a fare anche una seria opera di educazione scolastica - ha concluso il Presidente - che renda la popolazione più cosciente dei rischi che pervadono il territorio che abitano. Non dimentichiamo che, secondo alcuni studi, una percentuale tra il 20 e il 50% dei decessi, in questi casi, è causata da comportamenti sbagliati dei cittadini durante l'evento sismico».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia