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Iniezioni letali in canile, intere cucciolate uccise per crudeltà

Per la corte d'appello di Brescia, nel Rifugio del cane di Cremona vennero uccisi cani «per crudeltà»
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Per la corte d'appello di Brescia, nel Rifugio del cane di Cremona vennero uccisi cani e intere cucciolate «per crudeltà». 

Dal 17 agosto del 2007 al 3 marzo del 2009, giorno dell'irruzione dei carabinieri del Nas che sequestrarono la struttura comunale, molti animali furono eliminati con iniezioni di Pentothal, Sodium e Tanax. 

I giudici dell'appello hanno condannato a un anno e tre mesi di reclusione (pena sospesa) Cheti Nin, l'ex vice presidente dell'Associazione Zoofili Cremonesi che aveva in gestione il canile comunale grazie a una convenzione. Nel primo grado, Nin era stata condannata a 2 anni e 2 mesi. 

Condannate anche le volontarie Laura Gaiardi ed Elena Caccialanza, accusate in concorso con l'ex numero due dell'Associazione Zoofili cremonesi. 

Per loro, la pena è stata ridotta da un anno e tre mesi a nove mesi di reclusione con il doppio beneficio della non menzione e della sospensione. 

La corte d'appello ha assolto Cheti Nin dalle accuse di aver ucciso Matisse, un cucciolo di labrador e due pastori tedeschi, tutti portati al canile dai proprietari. 

I giudici del secondo processo hanno confermato la condanna per Cheti Nin e le volontarie a risarcire, in solido tra loro, 10.000 euro di danni alla Lega Nazionale per il Cane, l'unica associazione animalista ammessa come parte civile in appello. 

La corte d'appello ha infatti dichiarato la inammissibilità delle parti civili Enpa, Oipa Italia e l'Anpana, le associazione animaliste che nel processo di primo grado avevano ottenuto un risarcimento di 2.500 euro a testa.  

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