Italia e Estero

Acqua: 139 litri a testa dispersi ogni giorno

Ogni italiano consuma 245 litri di acqua al giorno, ma più della metà non arrivano in casa
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Ammonta quasi al 40% l'acqua potabile immessa nelle reti di distribuzione che non raggiunge i
cittadini. Una percentuale di dispersione che vale 139 litri a persona, buttati via ogni giorno, a fronte di un consumo medio procapite giornaliero di circa 245 litri. I conti sulla dispersione idrica fatti dall'Istat in occasione della Giornata Mondiale dell'acqua sono relativi al 2015 e riguardano i capoluoghi di provincia.
Le differenze tra i 116 comuni capoluogo in termini di volumi pro capite erogati ovviamente sono significative, dai 138 litri giornalieri per abitante residente di Crotone ai 384 di Milano.
Tanta differenza dipende sia dai costumi e dalla vocazione del territorio sia dalle differenti  performance della rete di distribuzione. Ma comunque per garantire l'attuale livello di consumo, il volume immesso in rete è molto più elevato di quanto effettivamente consumato: per ogni cittadino, 396 litri giornalieri.
Non solo. Le cifre della dispersione sono ancora più significative se si considera, sottolinea la ricerca dell'Istat, che messa in fila la perdita giornaliera soddisferebbe le esigenze idriche di un anno di 10,4 milioni persone.
Considerando il complesso degli indicatori sulla dispersione per i comuni capoluogo di regione, Milano è la città con il valore più basso di perdite idriche totali in termini percentuali rispetto ai volumi immessi (16,7%), mentre L'Aquila raggiunge il minimo delle perdite totali lineari con 12 metri
cubi; Potenza presenta il valore più alto dell'indicatore percentuale di perdite idriche totali rispetto ai volumi immessi (68,8%), sebbene per quanto riguarda le perdite totali lineari il valore registrato nel 2015, pari a 34,3 metri cubi sia sotto la media del complesso dei comuni capoluogo di provincia. Roma, Milano e Bari si caratterizzano per i valori più alti persi giornalmente per utenza, compresi tra 2,1 e 2,3 metri cubi Di contro, Trento e Ancona con 0,2 metri cubi presentano il valore più basso dell'indicatore tra i comuni capoluogo di regione.

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