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100 milioni di dollari in tangenti: lo scandalo travolge la Fifa

Corruzione, riciclaggio, associazione per delinquere: arrestati sei dirigenti della Fifa. Indagato Blatter alla vigilia delle elezioni
Un pallone della Fifa
Un pallone della Fifa
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Un terremoto scuote la Fifa a due giorni dalle elezioni per la presidenza in cui si confronteranno Joseph Blatter e il principe Ali Bin Al-Hussein di Giordania. Una retata all’alba condotta dalla polizia svizzera su richiesta del dipartimento di giustizia statunitense ha portato all’arresto di sei dirigenti, fra cui il vicepresidente Jeffrey Webb. Secondo i media americani, le accuse vanno dalla corruzione al riciclaggio di denaro fino all’associazione a delinquere, reati commessi in un arco di tempo che copre gli ultimi vent’anni. 

La retata è scattata all’alba al «Baur au Lac Hotel» di Zurigo e dagli Usa fanno sapere che fino a 14 persone verranno incriminate. Per quanto riguarda la posizione di Blatter, presidente della Fifa dal 1998 e in corsa per il quinto mandato di fila, al momento risulta solo indagato. Fra i nomi degli arrestati, per i quali c’è già richiesta di estradizione, figura invece quello di Webb, che è anche presidente della Concacaf, la Conferazione di Centro e Nord America su cui si starebbe concentrando l’attenzione degli inquirenti. Del resto le accuse di corruzione nei confronti della Concacaf vanno avanti dal 2011, da quando c’era al timone Jack Warner, poi dimessosi. 

Stando a quanto riportano New York Times e Cnn, i sospettati avrebbero intascato tangenti per oltre 100 milioni di dollari dagli anni Novanta a oggi in cambio di diritti tv, di commercializzazione e sponsorizzazione legati alle partite in America Latina. I media americani rivelano che, oltre a Webb, saranno incriminati Eugenio Figueredo, Jack Warner, Eduardo Li, Julio Rocha, Costas Takkas, Rafael Esquivel, Josè Maria Marin, ex presidente della Federcalcio brasiliana, e Nicolas Leoz, fino al 2013 alla guida della Conmebol. L’incriminazione dovrebbe scattare anche per altri dirigenti legati al mondo del marketing sportivo che nel corso degli anni hanno pagato i funzionari Fifa sotto banco per ottenere contratti vantaggiosi. 

«Siamo colpiti dal fatto che queste pratiche siano andate avanti per così tanto tempo, toccando quasi ogni attività della Fifa - confessa una fonte anonima fra gli inquirenti -. Sembra che fosse il loro modo di fare affari, che la corruzione fosse stata istituzionalizzata». 

L’indagine sarebbe stata portata avanti da tre anni a questa parte dall’Fbi visto che i reati si sarebbero consumati su suolo americano, pagamenti compresi, e a dare una svolta sarebbe stata la presa di posizione di Michael Garcia, incaricato dalla Fifa di indagare sull'assegnazione dei Mondiali del 2018 e del 2022 a Russia e Qatar. Indagine che secondo la Comissione etica della Fifa non aveva rivelato alcuna irregolarità, mentre Garcia sosteneva che del suo rapporto era stata fatta una lettura «erronea e incompleta», tanto da rassegnare le dimissioni. 

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