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«More», la casa costruita a fette

Dopo 3 anni di lavoro, il gruppo Moretti presenta alla Triennale di Milano una nuova tecnica progettuale e costruttiva.
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«More» in inglese sta per «altro, ancora, di più». Dà il senso della ricerca, di una permanente e positiva insoddisfazione a cercare il meglio: «Sembra un motto - dice Vittorio Moretti - ed è una dedica ai veri curiosi». Sono anche le prime lettere di More...tti
Ad Erbusco hanno deciso di chiamare More l'ultima idea nata in casa. Meglio: l'ultima idea che si affaccia sul mercato perché in realtà l'idea ha tre anni. Tre anni per progettare, pensare, costruire, riprogettare e ricostruire per arrivare al risultato che presenteranno il 23 prossimo a Milano, alla Triennale: la casa a fette.

Detta così ha un po' il sapore della mezza blasfemia, dell'apparire scettici su quel che - nella realtà - potrebbe per davvero costituire una sorta di spartiacque sul mercato dell'edilizia nazionale, perlomeno su una nicchia di mercato: quello potenzialmente interessato e disponibile a valutare l'idea di comprarsi una casa prefabbricata. Perché More è questo: una casa prefabbricata. Ma è onestamente una definizione riduttiva. Già meglio sarebbe una casa prefabbricata con taglio sartoriale, per dire - in sostanza - che è una casa declinabile in 5 modelli base ognuno dei quali può avere tre tipologie dimensionali (piccola, media, grande) dai 120 ai 300 metri quadri e quindi con una serie di opzioni che, di fatto, rendono More un sistema costruttivo quasi... infinito.

È un po' come quando si acquista un'automobile. Così dice Francesca Moretti, terzogenita del patron, e capofila del progetto More e del team che da tre anni, come detto, sta lavorando al progetto: Gabriele Meneguzzi, Chiara Brenna, Alberto Gasparini e Carlo Tengattini. Loro a studiare soluzioni nuove e possibili, a individuare fornitori speciali per soluzioni specifiche (un calcestruzzo compatto e leggero al contempo dell'Italcementi, ad esempio) per poi sperimentare il risultato possibile nei capannoni della Moretti di Erbusco. Il risultato finale è qui, al Golf di Franciacorta, dove in un lotto si è realizzata la Casa Uno: dove Uno sta a significare prima del progetto More ma anche a segnare una delle cinque tipologie di case possibili dal sistema More. C'è quindi la casa Uno (si presta ad ampi spazi interni, idea di solidità, spettacolare veranda all'ultimo piano); poi c'è la Casa Patio (bassa, ampie vetrate, tetto piano); la Casa Tetto (forma più vicina alle nostre classiche villette); la Casa Q (grande versatilità degli affacci) e infine la Casa Linea (bassa e allungata).

Mi intriga l'idea dell'automobile, dico alla Francesca Moretti e ai suoi colleghi. «Dopo aver studiato e ristudiato noi siamo arrivati alla conclusione che la misura tipo - il modulo base su cui progettiamo - è di 1,80 per 7,20 metri. Una sorta di "fetta" che, messa insieme ad altre "fette" dà le misure finali della casa a seconda delle esigenze del cliente. Da qui comincia una sorta di lavoro e progettazione aggiuntiva. Esattamente come quando si compra un'auto: colore, finiture, tecnologia, impianti, eccetera sono come gli optional: si possono aggiungere o mettere». E tutto è già stato sperimentato. Alcuni vantaggi: casa chiavi in mano con prezzi certi, finiture e bagni compresi; certificazioni antisismica ed energetica; tempi di realizzazione rapidi: la Casa Uno del Golf è stata realizzata in 9 settimane.

E i prezzi? Qui secondo me bisogna lavorarci sopra: 1.700-2.000 euro al metroquadro ai quali va aggiunto il costo dell'area.

Gianni Bonfadini

g.bonfadini@giornaledibrescia.it

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