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Made Expo, nell'edilizia resiste chi osa innovare

Calano gli espositori alla mostra di Milano. Le novità bresciane di Serridea, Cherubini e Chiari Bruno.
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Vive chi innova. Chi, di questi tempi, osa investire in ricerca e sviluppo. E così a Made Expo, fiera dell'edilizia che ha aperto i battenti mercoledì alla Fiera di Milano Rho si registra sì una contrazione del numero di espositori (-30%), ma chi ha avuto la forza di ripresentarsi lo ha fatto con prodotti nuovi.

In questo senso, tra la trentina di bresciani partiti alla volta di Made Expo ci sono, per esempio, Italserramenti e Serridea di Chiari. Aziende di «famiglia»: se a fondare la prima è stato Roberto Galli alla fine degli Anni Novanta (oggi conta 70 dipendenti e un fatturato 2011 a 16 milioni di euro), la seconda l'hanno cresciuta le figlie, Alessandra e Francesca, al ritmo di un milione di fatturato di crescita in quattro anni e otto assunzioni negli ultimi mesi.

Nel raffinato stand a due piani (un vero investimento di suo) ci sono gli ormai storici serramenti che combinano legno e vetro. Accanto, le novità, per lo più di Serridea. La prima si chiama Ghost (fantasma): un serramento che nasconde il telaio nel cartongesso e dove il profilo battente in legno viene coperto da una lastra in vetro, per un risultato che porta l'effetto «vetrata» anche su una più piccola finestra. Innovazione che contempla una tecnologia incentrata sul risparmio energetico, al punto che in fiera è in mostra anche Clima, infisso che somma legno, isolante e alluminio per una profondità di 11,5 centimetri, adatto per le «case passive», ovvero quelle abitazioni che assicurano una buona temperatura senza o con una minima fonte energetica di riscaldamento. «Dobbiamo puntare su estetica e zero manutenzione»: questa la ricetta di Roberto Galli.

Dopo innovazione, domotica è la seconda parola d'ordine a Made Expo. Lo dimostra il giardino invernale che la Chiari Bruno, specializzata in coperture, infissi e serramenti, ha presentato a Milano: novità in Italia, realizzata in collaborazione con il partner svizzero Stebler, questa particolare veranda ha un sistema regolato da un termostato che, raggiunta la temperatura stabilita dall'utente, apre o chiude automaticamente la copertura. Trenta dipendenti, quattro milioni di fatturato tra serramenti e lavorazioni industriali, questa realtà di Chiari sceglie di investire nella domotica, nella ricerca e in un nuovo show room: «Lo inaugureremo a inizio 2013 - racconta Domenico Codoni -. Abbiamo investito quasi 200mila euro e abbiamo affidato il progetto al Politecnico di Milano, per cui abbiamo lavorato più volte e che ci ha suggerito di aprirlo proprio a fianco della produzione».

Novità tra i padiglioni milanesi anche per la Cherubini di Bedizzole, attiva nel settore dell'automazione per avvolgibili, tende da sole, veneziane e simili. Un gruppo che conta 120 dipendenti in Italia e oltre 40 all'estero tra lo stabilimento produttivo in Cina e tre uffici commerciali. Oltre confine, soprattutto in Svizzera, Francia, Spagna e Germania finisce il 70% della produzione, con un fatturato che nel 2011 ha toccato i 20 milioni di euro. La domotica è un capitolo su cui investire anche qui: si va dal più «semplice» telecomando multicanale in grado di regolare sia le tende che le luci, al perfezionamento di un sistema che permette di controllare da remoto con pc, smatphone o tablet tutte le componenti elettroniche installate in casa, passando dal sensore montato direttamente sulla barra della tenda che in caso di vento la ritira mettendola al sicuro. «Non abbiamo inventato nulla di nuovo - dice una delle amministratrici, Luciana Cherubini -, ma lavoriamo perchè questi sistemi siano sempre più semplici da utilizzare. E allora, viva chi innova.

Giovanna Zenti
g.zenti@giornaledibrescia.it

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