Valsabbia

Schivo e con la passione per la guerra virtuale

Pochi esami a Matematica, un lavoro nelle pompe funebri e tanta solitudine nella vita di Marco.
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Un metro e 80, fisico piazzato. Carattere schivo e riservato. Una carriera universitaria, Matematica a Padova, interrotta poco dopo il via. Rapporti sentimentali che si perdono nel passato. Impieghi saltuari, l'ultimo come necroforo, becchino. Una passione per il Muay Thai, arte marziale che si combatte a colpi di mani, piedi, gomiti e ginocchia. E per i giochi elettronici: la guerra in soggettiva virtuale, lui da solo contro tutti. Infine una inclinazione per la droga ricreativa, il fumo.

Nel passato di Marco Antonelli, nato il 29 novembre di 26 anni fa, c'è spazio per poco altro. Non un precedente di polizia, ma anche poche amicizie. La sua pare una vita vissuta nella mansarda che papà e mamma gli hanno costruito su misura un paio di anni fa.

«È sotto choc - dice il suo legale, l'avv. Federico Letinic - e non può essere diversamente. L'ho incontrato due volte in carcere. Non è stato facile parlargli. È davvero molto provato».
Quella di giovedì è stata una notte lunghissima. Il 26enne è stato sentito sino alle 6, dalle 4 con il suo legale. Una volta formalizzata l'incriminazione si è avvalso della facoltà di non rispondere. Trasferito a Canton Mombello, stamattina affronterà l'interrogatorio di convalida con il giudice delle indagini preliminari Luciano Ambrosoli. Ammesso e non concesso decida di parlare dovrà spiegare diverse cose. Accuse pesantissime, dalle quali - secondo gli inquirenti - difficilmente saprà smarcarsi.

 

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