Valsabbia

Morì nel sottopasso allagato: indagini per omicidio

Accolta l'opposizione della mamma di Sara Comaglio all'archiviazione. Tecnici Anas nel registro degli indagati
Morte nel sottopasso, "l'inchiesta non si archivia"
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Se Sara Comaglio non è uscita viva da quella immensa pozzanghera a Prevalle, sulla 45bis gardesana, la colpa non è solo sua, e non è nemmeno del caso. Il primo a sospettare che dietro la morte della 22enne di Muscoline ci possa essere altro è il gip Lorenzo Benini che ha accolto l’opposizione della mamma alla richiesta di archiviazione del fascicolo aperto per l’incidente mortale che si verificò il 22 maggio del 2012 formulata dal pubblico ministero Antonio Chiappani.

Secondo il giudice, la posizione dei quattro dipendenti dell’Anas (due cantonieri, un tecnico manutentore e il dirigente dell’area tecnica) finiti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo, non può essere archiviata senza prima aver definito compiutamente i loro incarichi (e le loro eventuali responsabilità) nella catena gestionale del tratto di strada che si è portato via la giovane agente della Polizia locale di Gussago.

Nel corso delle indagini emerge che le pompe idrovore, che avrebbero dovuto impedire al sottopasso di trasformarsi in una risaia, quella sera sono andate in avaria, ma anche che il loro tilt è stato comunicato con largo anticipo ai quattro dipendenti Anas, poi iscritti nel registro degli indagati. È stato lo stesso impianto a segnalare il black out.

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