Valcamonica

Sellero, Tre Torri diventano fabbrica di cultura

Svolta per l'ex sito industriale: abbandonato a fine anni Sessanta ospiterà attività turistico-didattiche.
AA

Un tempo, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, ci lavoravano anche quattrocento persone. Lì si produceva il carburo di calce, una sorta di concime chimico ottenuto dalla combustione ad altissime temperature delle pietre che si estraevano dalle miniere della Concarena. Dopo qualche anno di abbandono, che ha determinato il deteriorarsi della struttura, chiusa alla fine degli anni Sessanta, il Comune di Sellero ha deciso di dare una svolta all'ex sito industriale delle Tre Torri, posizionato all'ingresso del paese. Oggi darà occupazione a qualche giovane del posto, che metterà in atto attività turistiche e didattiche.

Non ci saranno decine di operai che ogni giorno varcheranno il cancello dell'azienda, ma certamente molti studenti, per imparare e sperimentare la storia industriale della Valcamonica. E poi non si produrrà nulla di concreto, diversamente che dal passato, ma si metteranno in atto attività culturali e di animazione.

Finalmente, dopo alcuni anni di lavori che hanno agito soprattutto sulla struttura portante del complesso, il monumento è pronto per essere visitato e per avviare le iniziative. Attorniato di ragazzini di quarta e quinta elementare, ieri mattina il sindaco di Sellero Giampiero Bressanelli ha inaugurato il monumento, guidando poi i presenti alla scoperta degli interni.
Il Comune è divenuto il protagonista della storia contemporanea delle Tre Torri da quando la Fucinati - nel 1989 - cedette all'Amministrazione sellerese il complesso industriale ex Sefe (Società esercizio forni elettrici). In un primo momento furono i volontari a intervenire, trasformando il luogo in un punto di aggregazione e festa (fu la sede della neonata Unione sportiva Sellero-Novelle e del Soccorso alpino della media Valle).

Il primo intervento strutturale, datato 1991, costò 100 milioni di lire: gli imponenti camini dei forni, altri 18 metri, furono dimezzati per motivi di sicurezza. Negli anni Novanta, intorno alla struttura si costruirono il bocciodromo, la palestra e si completò lo spazio feste-bar ma, soprattutto, arrivò il primo corposo finanziamento dalla Regione.
Con circa 1 milione di euro si iniziò la vera e propria ristrutturazione dell'immobile, che presentava criticità in più punti, soprattutto sulla passerella lignea che attraversa la Statale 42 e la ferrovia, portandosi sull'altro lato della strada.

Vi contribuirono anche la Comunità montana e il Comune, con 150mila euro ciascuno.
Si arriva così al 2010, con la prima apertura e l'ingresso di una nuova associazione, il coro Rosa Camuna. In questi giorni sarà stretto l'accordo con tre giovani che trasformeranno il sito in un polo culturale ed educativo aperto tutto l'anno. «È un sito unico nel suo genere - conclude il primo cittadino -: ha dato tanto lavoro in passato ed è pronto a farlo ancora. In questo modo, conserviamo la memoria di chi, qui, ha lavorato a lungo».

Giuliana Mossoni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia