Valcamonica

Niardo: per Lanfranchi era pronto l'ammonimento

Il 23 marzo scorso il Questore era pronto ad emettere il provvedimento di ammonimento nei confronti dell’uomo
Niardo: a marzo doveva scattare l'ammonimento verso Lanfranchi
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Si sono trovati davanti al corpo senza vita della madre, colpito da almeno sette coltellate tra il viso e l’addome. Sono i stati i figli Alice, 18 anni, e Francesco 21, a riconoscere all’ospedale di Esine il cadavere di Gloria Trematerra, l’insegnate 55enne uccisa a Niardo venerdì sera. Vittima della furia cieca del marito Tullio Lanfranchi che, in carcere a Brescia, resta in silenzio in attesa dell’interrogatorio di convalida.
 
Nel frattempo è emerso che la situazione difficile della famiglia camuna era già nota alla Procura della Repubblica dopo le segnalazioni di Carabinieri e Questura.
 
Il 23 marzo scorso, infatti, il Questore era pronto ad emettere, su indicazione dell’Arma, il provvedimento di ammonimento nei confronti dell’uomo. Atto poi sospeso perché la donna e la figlia erano riuscite ad ottenere il trasferimento in un appartamento protetto a Breno. Lontano da quell’uomo, che la figlia aveva denunciato per i continui atteggiamenti violenti.
 
Resta ancora inspiegabile perché madre e figlia, venerdì sera, siano tornate da sole nell’appartamento di Nairdo. Senza avvisare nessuno. Senza comunicarlo ai Carabinieri, che avrebbero potuto seguire la donna fin sotto casa. Forse perché Gloria Trematerra pensava di sbrigare tutto in pochi minuti. Di prendere alcuni effetti personali e poi scappare. Invece non è riuscita ad evitare l’ennesimo scontro con il marito. Questa volta finito in tragedia.

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