Valcamonica

«Montecampione Ski» è al capolinea

L'imprenditore camuno Carlo Gervasoni getta la spugna: troppo gravi i problemi della località sciistica.
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Dopo un inverno quasi senza bianco, ora arriva il nero più totale. Si chiude con un brutto divorzio - a soli pochi mesi dal matrimonio - il sodalizio tra l'imprenditore camuno Carlo Gervasoni e la stazione sciistica di Montecampione. In settimana, è arrivata l'amara comunicazione ai sindaci di Artogne, Pian Camuno e Gianico: benché la stagione non sia del tutto da buttar via, con incassi che sfiorano i 900mila euro, Gervasoni ha deciso di gettare definitivamente la spugna.

Troppo gravi le problematiche della località, giganteschi gli investimenti che servirebbero (qualcuno parla di almeno 10 milioni di euro), disastrosa la situazione delle attrezzature tecniche e dell'impiantistica. Per l'ardito imprenditore che aveva tentato di rilanciare, con le sue sole forze, il comprensorio della bassa Valle è impossibile andare avanti. Gli impianti, che erano stati affittati alla neonata Montecampione Ski - società creata ad hoc da Gervasoni a fine novembre - non verranno quindi più ceduti e il preliminare di vendita stracciato. Un colpo amaro, amarissimo, per gli amministratori locali, che avevano sperato, dopo anni di dissidi e di chiusure evitate per un soffio, di aver trovato nel coraggio di Carlo Gervasoni una soluzione ai problemi della località.

La gravità della situazione è ben chiara a tutti. I tre primi cittadini annunciano in settimana una conferenza stampa - per spiegare i particolari dell'accaduto - ma la sostanza non cambia. Sembra che ai 1.200 e ai 1.800 di Montecampione non ci sia quasi nulla che funzioni per il verso giusto. A cominciare dalla decina di centraline elettriche, che andrebbero tutte rifatte (pare che soltanto una sia in ordine) e dal sistema idrico, con l'acquedotto delle case che è collegato all'impianto per l'innevamento artificiale. Dall'albergo, che si sta completamente degradando, alle strade, che hanno bisogno di essere completamente rimaneggiate. Di fronte a questo scenario catastrofico, Gervasoni non se l'è sentita di andare avanti, nonostante l'amore per quel territorio e la voglia di dargli un futuro. Mortificati quindi i sindaci, che ora non vedono più alcuna strada per andare avanti, e si chiedono cosa sia successo nelle precedenti gestioni, sia dal punto di vista economico che strutturale.

A problema si sovrappone problema. Il 26 marzo è stato convocato il Cda della Montecampione Impianti (il precedente gestore degli impianti) e, con tutta probabilità, si parlerà di fallimento. La società, partecipata dagli enti pubblici valligiani, ha sulle spalle un bel fardello di debiti accumulati in passato. Debiti che si contava di sanare in parte con la vendita degli impianti a Gervasoni. Sfumato l'accordo, il destino pare segnato, così come quello della Montecampione-Bovegno Ski, creata un anno e mezzo fa per collegare i due comprensori.
Giuliana Mossoni

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