Valcamonica

Gdf scopre frode da 10 milioni di euro

Frode da 10 milioni di euro. Un giro di fatture da una società all’altra. L'ha scoperta la Guardia di Finanza di Clusone
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Una frode da 10 milioni di euro con 5 milioni di imposte evase. Un giro di fatture da una società all’altra con il solo scopo di riscuotere l’Iva. L'hanno scoperta i finanzieri della Tenenza della Guardia di Finanza di Clusone (Bergamo). A fronte di vendite ingenti (circa 10 milioni di euro, tra il 2008 e 2010), non aveva contabilizzato i costi relativi all'acquisto di merce
destinata alla rivendita: ferro tondino e rete elettrosaldata.
Si trattava, infatti di una cosiddetta «cartiera», priva di struttura e di dipendenti, costituita al solo scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti a favore di altre imprese. La società a responsabilità limitata aveva sede fittizia a Brescia, ma di fatto gestita a Rovetta (Bergamo). L’amministratore è di casa a Pisogne.

La frode fiscale prevedeva che la società cedesse sulla carta
il ferro, riconducibile ad una azienda pugliese (amministrata da una donna residente a Pisogne, figlia dell’amministratore della società con sede a Brescia), emettendo le fatture e consentendo di
riscuotere l'Iva, che poi non veniva versata.
Tre le persone denunciate alla Procura di Brescia, padre, figlia e un collaboratore. Altre 136, titolari delle imprese che hanno acquistato il ferro, sono state segnalate per responsabilità relative all'annotazione di fatture per operazioni inesistenti.

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