Slow Food va a scuola a New York
Un viaggio nella patria del «junk food», il cibo spazzatura, per rilanciare in Franciacorta le buone pratiche del cibo - e della sua produzione - «slow». Sembra un controsenso l’esperienza di Patrizia Ucci, fiduciaria della condotta Slow Food di Franciacorta, Oglio e lago d’Iseo, appena rientrata da New York.
Invece, nel cuore della Grande Mela batte un cuore green. «Gli Usa - dice infatti la Ucci -, e New York in particolare, sono la patria dei farmer market», i mercati dei produttori. Nati a cavallo della grande Depressione, i mercati «di prossimità» sono stati rilanciati mediaticamente negli ultimi anni dalla first lady Michelle Obama, che si è fatta più volte fotografare tra frutta e verdura al mercato di Sunnyside, meno di due chilometri dalla Casa Bianca.
Anche a Brescia, negli ultimi anni, non mancano le realtà impegnate in questa direzione, come testimoniano i mercati di Campagna amica curati da Coldiretti. La differenza, oltre che nella diffusione capillare, sta nella possibilità di accedere a finanziamenti statali e federali che generano lavoro e riescono a portare ogni giorno nei piatti di milioni di persone i prodotti di consumo quotidiano.
E in Franciacorta? «Da noi - continua la fiduciaria locale di Slow Food - ci sono diverse microeccellenze, spesso poco conosciute, di cui si fa fatica anche a venire a conoscenza. Non a caso, uno dei nostri progetti è dedicato alla mappatura sul territorio dei produttori virtuosi». Di strada da fare, però, ce n’è ancora molta.
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