Riapre dopo 3 anni la ciclopedonale Vello Toline

Terminato l’intervento di messa in sicurezza della vecchia litoranea del Sebino. Oltre 400mila euro il costo dei lavori
AA

Mille e cinquantasette giorni dopo essere stata chiusa per una frana - era il 13 agosto del 2010 - per la panoramica ciclopedonale Vello Toline è giunto il momento della tanto attesa riapertura. L’intervento di messa in sicurezza delle vecchia litoranea, costato 400 mila euro (178 mila dalla Comunità montana del Sebino, 34 mila dai Comuni di Marone e Pisogne, e 187 mila dalla Provincia di Brescia), è alle ultime ore. Mercoledì sera la stabilizzazione dei circa 800 metri di parete friabile che dalla località Val Finale (Pisogne) si dirige verso Marone, è terminata con la sistemazione degli ultimi tratti di rete paramassi.

Manca solo la pulizia della strada, che i Comuni compiranno nel fine settimana (sono ben accetti tutti i volonterosi che vogliano prestarsi ad aiutare), ed è probabile che l’atteso ritorno alla percorribilità avvenga la prossima settimana, quando i due primi cittadini avranno revocato il «divieto di transito».

L’accordo di programma tra gli enti coinvolti era stato firmato nel luglio del 2012. Dopo il bando, i lavori sono iniziati lo scorso mese di marzo e durati circa quattro mesi, arrivando in ritardo all’appuntamento con la chiusura dei cantieri, causa i 51 giorni di interruzione forzata per le forti e continue piogge di questa primavera. 

Inutile dire che l’ormai prossima apertura della panoramica ha suscitato grande soddisfazione tra i vellesi, anche se rabbia e polemiche dei mesi scorsi non sono ancora dimenticati. «Per le attività di Vello è stato un periodo terribile - si sfoga il signor Omar, gestore del bar che si trova a pochi metri dalla prima galleria -. Data l’importanza del luogo non ci aspettavamo certo una chiusura di tre anni. Un periodo in cui l’alimentari tabaccheria, l’unico della nostra comunità, ha chiuso». E ora a Vello non c’è più nemmeno la possibilità di acquistare il pane o il sale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia