Diffide e accoglienza, i due volti del Ramadan

A Capriolo il Comune diffida dall'utilizzo di un ufficio per le preghiere. A Palazzolo il parroco apre le porte dell'oratorio.
AA
Diffidati. Nei giorni scorsi, il Comune ha inviato una lettera all’«Associazione culturale e sociale per extracomunitari», diffidando il sodalizio all’uso di alcuni locali situati in paese come luogo di culto abusivo. Secondo le informazioni raccolte, infatti, molti frequentatori dell’associazione, per la quasi totalità di religione musulmana, starebbero impropriamente utilizzando uno spazio di 200 mq in via Roma. L’allarme era scattato a metà giugno, quando l’associazione aveva preso in affitto il locale, garantendo al proprietario che sarebbe stato usato come ufficio.
 
Nel periodo del Ramadan, cominciato il 28 giugno, sono partite le prime segnalazioni da parte di alcuni cittadini della zona. «Ogni sera arrivano centinaia di fedeli da ogni parte della provincia» ha raccontato un residente. A seguito di queste segnalazioni, la settimana scorsa il sindaco di Capriolo, Luigi Vezzoli, ha inviato sul posto alcuni funzionari dell’Ufficio tecnico comunale e gli agenti della Polizia locale, coordinati con i carabinieri della stazione locale. «Qui non si tratta di poter pregare o meno, ma piuttosto se è possibile farlo lì in quel tipo di stabile - ha commentato il primo cittadino -. Il Pgt prevede che questa zona sia destinata all’ambito residenziale o al massimo ad uffici e negozi. Non solo non è possibile che vi sia un luogo di culto, non ci può essere nemmeno un centro di aggregazione. Ricordo che come sindaco sono il tutore della sicurezza e della salute pubblica: più di 200 persone in un luogo non adatto non sono ammissibili». Per questo motivo è stata redatta la diffida per l’uso «improprio» dei locali a luogo di culto.
 
A pochi chilometri di distanza da Capriolo, invece, l’inizio del Ramadan ha fatto registrare un lodevole gesto di fratellanza nella comunità di Palazzolo. Nella frazione di San Pancrazio, il parroco ha infatti deciso di accogliere per la preghiera dell’Iftar (la festa di metà Ramadan) un gruppo di musulmani palazzolesi all’interno dell’oratorio, concedendosi anche un momento finale di preghiera comune. Un segno di fratellanza apprezzato da entrambe le confessioni, che per qualcuno è però apparso come il «preludio alla realizzazione di una moschea» nel comune più popoloso dell’Ovest bresciano.
 
Stefano Raccagni della Lega Nord si è infatti detto «preoccupato» della situazione. «L’organizzatore è Taoufiq El Mouloudi, che di recente ha rifiutato la carica di consigliere comunale per conflitto di interessi - ha affermato il leghista -. Noto però che è molto attivo nel proporre iniziative islamiche. Mi auguro che la presenza del segretario e del capogruppo del Pd (Francesco Marcandelli e Ombretta Pedercini, Ndr) non siano il preludio alla realizzazione di una moschea nella nostra città». A ribattere ci ha pensato il sindaco Gabriele Zanni, che ha puntato il dito sull’«encomiabile valenza interreligiosa» della celebrazione: «Mi pare che il fatto che l’iniziativa si sia svolta negli spazi di un oratorio la dica lunga sulla sua natura e sulla bontà della stessa - ha detto il primo cittadino -. Preciso inoltre che Taoufiq è italiano e non è stato assunto dal Comune, bensì ha beneficiato di un voucher comunale per un lavoro». 
Luca Bordoni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia