La mostra sul Papa sfrattata dal Gölem

Rilevate dalla Soprintendenza difformità nel restauro della chiesetta Almici: la mostra su Paolo VI resta nel cassetto.
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I lavori non sono adeguati, la chiesetta resta chiusa, e la mostra fotografica su Paolo VI torna nel cassetto. Dovevano restare esposte due mesi le immagini dedicate alla vita del Papa di Concesio, almeno fino alla metà di settembre. Il progetto del Comitato culturale Redentore - ideatore della mostra oggi visitatabile solo domenica 20 - aveva, e continua ad avere, l’ambizione di rendere visitabile l’esposizione alle centinaia di pellegrini, amanti della montagna e sportivi che fino al termine dell’estate raggiungeranno il monte Guglielmo. Per il momento, invece, le cose non stanno andando proprio così.

La chiesetta Almici è chiusa, e la serie di fotografie di papa Montini sotto chiave. A mandare a monte i piani iniziali è stata una vicenda curiosa, che ha visto protagonisti da una parte la Soprintendenza di Brescia, che aveva prescritto modi e materiali adatti a una ristrutturazione storica della chiesetta; dall’altra alcuni volontari di Zone, che sostenuti da poche risorse e poco tempo a disposizione, hanno «fatto di necessità, virtù».

I due approcci, come immaginabile, si sono scontrati. In che modo? Pare che per il malridotto pavimento dell’edificio le prescrizioni chiedessero una malta di calce, ma sarebbe stato usato del cemento, e allo stesso modo sembra che per affrescare le pareti sia stato chiesto un colore e ne sia stato usato un altro. Nulla di così grave, e tanto meno di irreparabile. Ma a quel punto chi aveva dato le disposizioni e non le ha trovate messe in pratica, non ha potuto far altro che non dare l’ok a quanto fatto e, di fatto, richiudere la chiesetta.

La ristrutturazione del piccolo tempio sacro era la parte marginale di una convenzione stipulata dal Comune di Zone e dai gestori del rifugio Almici qualche anno fa, concentrata principalmente sulla sistemazione e sull’ampliamento della struttura adibita all’ospitalità. L’Amministrazione aveva concesso la possibilità di allargare gli spazi dell’attività ma in cambio aveva chiesto che i gestori sistemassero la chiesetta lì a fianco, di proprietà pubblica.

Adesso la vicenda attende un seguito. Per i prossimi giorni infatti potrebbe esserci un sopralluogo propedeutico alla «riapertura» da parte della Soprintendenza. Per raggiungere l’auspicato obiettivo però questa volta i dettami dovranno essere osservati con scrupolo.

Flavio Archetti

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