Garda

«Mio padre costruì la pista segreta del Duce»

Dopo l'individuazione a Lonato dell'area dell'aeroporto utilizzato da Mussolini, vi raccontiamo come venne realizzata l'opera.
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«L'ha costruito mio padre l'aeroporto del Duce». La notizia arriva, a sorpresa, via telefono dopo la pubblicazione (il 21 ottobre) del nostro servizio dedicato alla struttura aeroportuale individuata fra le località Bettola e Sedena dai ricercatori del gruppo Xplora, nell'ambito del progetto «Lonato sotterranea».

L'area, dove negli anni della Repubblica sociale italiana era in funzione l'aeroporto denominato «Bettola», utilizzato da Benito Mussolini e da altri «vip» del regime, si trova fra le frazioni di Sedena e Bettola, appunto, a nord dell'abitato della cittadina, in posizione strategica rispetto alle sedi del Quartier generale della Rsi. L'area è rimasta pianeggiante e dei resti delle piste e delle strutture, demolite negli anni Cinquanta, si è conservata una sola piccola testimonianza, un manufatto in cemento che porta a livello un fossato.

Piste, hangar strutture erano state realizzate in una vasta piana localizzata ora nelle vicinanze della cascina Falcone. «Sono stati gli anziani della zona a guidarci - conferma Armando Bellelli, gardesano, esponente di Xplora -. La traccia era il toponimo Bettola. Le conferme non sono tardate ad arrivare, appunto sulla base delle testimonianze e dei ricordi dei residenti. Abbiamo via via ristretto il cerchio, grazie anche alla collaborazione di Damiano Scalvini e dell'associazione La Polada, fino a concentrarci sulla cascina Falcone. C'erano baracche in legno, hangar camuffat; gli avieri erano alloggiati nelle scuole elementari di Sedena».

Ma la conferma decisiva arriva da Angelo Deltratti, bresciano che ha contattato il nostro giornale dopo aver letto la notizia. «La pista è stata costruita da mio padre negli anni 1940-41. Era titolare dell'impresa Deltratti Angelo di Enrico Deltratti, con sede a Brescia. Io ero un ragazzetto di 10 anni: ricordo che mio papà per quel cantiere che si trovava a Sedena era stato costretto a noleggiare dei carri trainati da cavalli per trasportare in zona la sabbia. I lavori richiesero due anni di tempo».

«La pista, lunghissima, era in terra battuta ed il direttore dei lavori era il maresciallo dell'Aeronautica Cacciavillani; lo ricordo come un omone grosso. Da ragazzo sono venuto più volte a Sedena, accompagnando mio padre sul cantiere. Ricordo che un giorno venne anche mia madre, poi andammo tutti a pranzo al ristorante dell'Enrichetta». L'impresa Deltratti proseguì l'attività anche nel dopo guerra: «Arrivammo ad avere moltissimi dipendenti, costruendo fra l'altro l'Atb ed il palazzetto dell'Eib». Fin qui i ricordi.

L'aeroporto Bettola-Sedena ha assicurato collegamenti agli esponenti più in vista della Rsi perché meno soggetta ai pesanti bombardamenti riservati agli aeroporti di Ghedi e Villafranca. Di certo c'è, come documentano le immagini dell'epoca, che qui era stato portato l'aereo del Duce, un trimotore SM81. Benito Mussolini arrivava a Lonato dal campo da golf di Bogliaco con la famosa «cicogna», un aereo leggero.
Ennio Moruzzi

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