Frane e sconforto, il grido di dolore di Campione

Due frane in pochi giorni, danni e la paura di dormire in casa: il piccolo borgo si sente assediato
Campione, un grido di dolore
AA

«È stato come se fosse saltato un tappo. E dalla pancia della montagna sono schizzati fuori sassi e terriccio». Il racconto dell’ennesimo cedimento della falesia che incombe su Campione, verificatosi lunedì pomeriggio, tiene banco nella piazza del paese.

Va innanzitutto segnalato che non sono stati ufficializzati nuovi provvedimenti di sgombero, oltre a quelli stabiliti dalle ordinanze emanate mercoledì 19 e venerdì 21 novembre. Buona parte delle venti famiglie che non se la sono sentita di trascorrere la notte nel condomino Eureka, ieri sono tornate a casa. Non tutte: qualcuno preferisce restare ancora per qualche tempo da amici o parenti, in attesa che la situazione della parete si stabilizzi.

Nel frattempo la Regione, rappresentata oggi dall'assessore alla Sicurezza e protezione civile, Simona Bordonali, e dal consigliere Fabio Rolfi, ha promesso circa 100mila euro per la rimozione dei detriti. La messa in sicurezza della zona è un altro capitolo, ancora tutto da affrontare. L'unica novità a riguardo è costituita dal progetto di monitoraggio dell'intera parete che sovrasta la zona. 

Dai campionesi è partita inoltre una lettera al sindaco, alla pm Silvia Bonardi, a Regione, Provincia e Comunità Montana. «Per la prima volta dopo tanti anni sentiamo l’Amministrazione vicina a noi. Noi abitanti di Campione ci uniamo alle parole del sindaco: non lasciateci soli!». È un appello accorato, che i campionesi rivolgono alle istituzioni, a chi li può aiutare a voltare pagina: «Siamo al limite della sopportazione psichica ed economica. Sono 10 anni che sopportiamo demolizioni, scavi, martelli pneumatici, camion e betoniere, polvere, disservizi di ogni genere, sequestri e dissequestri. Sono apparse persino le zanzare, mai avute a Campione, per colpa dei pozzi nel cantiere a sud. E che cosa abbiamo ottenuto in cambio? Abbiamo perso aree verdi. Ci siamo visti chiudere le nostre strade e togliere l’uso dei nostri parcheggi pertinenziali (sicuri) in cambio di un autosilo che il nostro ex sindaco Ardigò ha definito "il posto più sicuro di Campione". Poi l’autosilo è stato sfondato dalla frana. I turisti sono scappati, l’economia è crollata, le attività storiche sono sull’orlo del fallimento. C’è chi non vuole più dormire o vivere a Campione». La triste conclusione: «Viviamo nell’angoscia. Viene giù? Come? Quando? Quanto andrà avanti questa storia? Per favore aiutateci. Aiutate il nostro sindaco, il Comune, noi residenti. Fateci continuare a vivere qui».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia