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Montichiari, duemila fiaccole contro Green Hill

Gli animalisti tengono alta l'attenzione: la settimana prossima è attesa la sentenza sul ricorso al sequestro dell'azienda e dei beagle.
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Se qualcuno pensava che, dopo il sequestro di Green Hill della scorsa estate e dopo che gli oltre 2.500 cani beagle erano stati dati in affido, i tanti attivisti che in più occasioni s'erano dati appuntamento a Montichiari per chiedere la chiusura del canile e lo stop alla vivisezione avessero volto altrove il loro sguardo sappia che s'è sbagliato.
Ieri pomeriggio, chiamate a raccolta da Animal Amnesty, più di duemila persone, forse addirittura tremila, sono arrivate a Montichiari da ogni parte dell'Italia per partecipare a una fiaccolata organizzata per tenere alta l'attenzione nei confronti di Green Hill e dei problemi ancora aperti. La prossima settimana, infatti, è attesa la sentenza in merito al ricorso presentato dai proprietari del canile, che hanno contestato il sequestro della struttura. È chiaro che se la sentenza fosse favorevole a Green Hill, si aprirebbero un problema teorico e uno pratico. Quello teorico è relativo al fatto che la proprietà potrebbe chiedere di riavere indietro i propri cani.

Sarebbe una bella gatta da pelare, perché, come hanno ribadito ieri a Montichiari i proprietari di alcuni beagle ricevuti in affido, «non se ne parla neanche di riconsegnare i cani». Ma questo è, o comunque potrebbe essere, un problema teorico, perché è lecito ipotizzare che la proprietà di Green Hill non avrebbe alcun interesse a chiedere la restituzione degli animali, che, una volta usciti dal canile, non possono più servire per la sperimentazione. Il problema decisamente più reale è che, se la sentenza fosse favorevole, la proprietà potrebbe invece chiedere una sorta di risarcimento per il danno subito.
L'altra questione aperta è relativa al fatto che quel gruppetto di attivisti, che lo scorso 28 aprile avevano liberato una sessantina di cani, e che per questo erano stati fermati, martedì prossimo andranno a processo. Non a caso, alla fiaccolata erano in vendita magliette e gadget vari per raccogliere soldi da destinare alle spese legali. Ieri, però, c'era ottimismo. «Sono certo - ha detto Fabio, uno dei giovani finiti sotto processo -, che usciremo vincitori, perché non abbiamo fatto niente di male: abbiamo solo ridato la libertà ad animali a cui era stata tolta». gaf

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