Bassa

Marco Oliosi e il suo vivaio: carnivoro

Il florovivaista della Bassa è tra i maggiori coltivatori italiani delle particolari piantine carnivore.
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Una vita dedicata al mondo vegetale e una speciale passione per delle piante molto affascinanti e misteriose. Da anni Marco Oliosi, residente a Comezzano Cizzago, lavora nel settore florovivaistico come coltivatore e produttore di piante, appassionato del suo lavoro che svolge con profondo entusiasmo. «Ho studiato agraria, ma già da quando avevo tredici anni lavoravo nei vivai».
Da diciannove anni gestisce con la moglie Mariuccia Gandioli il suo vivaio, Novaflora, in via Passo del Brennero a Brescia (fraz. Stocchetta), dove coltiva una passione particolare. Nel 2005 scopre le piante carnivore, un tipo di vegetazione poco conosciuto in Italia e una coltivazione decisamente di nicchia.

Ben presto, entra a far parte dell'Associazione Italiana Piante Carnivore (Aipc), piante che inizia a coltivare lui stesso. Questo tipo di vegetazione ancora poco conosciuto, di cui il primo studioso fu Charles Darwin, è un'occasione per sperimentare ed approfondirne la conoscenza, tanto che Oliosi arriva ad adottare tecniche di coltivazione alternative ed innovative, non considerate precedentemente. Attualmente è uno dei tre produttori di piante carnivore nazionali e conserva nel suo vivaio il «clone» della più antica pianta carnivora esotica (una Sarracenia Leucophylla) introdotta nel nostro Paese, che si trova oggi all'Orto Botanico di Padova. La sua è, al momento, la terza in Italia per grandezza.

Attraverso la collaborazione con l'Aipc, Oliosi contribuisce attivamente ad una serie di iniziative: «Con il nostro gruppo organizziamo degli incontri mensili al Museo delle Scienze Naturali di Brescia finalizzati alla divulgazione delle conoscenze relative a queste piante, presenti anche sul nostro territorio». Non tutti sanno che alcune specie di piante carnivore, un tempo diffuse anche in pianura padana, venivano utilizzate dai nostri nonni come rimedio curativo per le infezioni respiratorie. A questo proposito, Oliosi collabora anche con l'Università degli Studi di Milano, che si occupa di studiarne le proprietà mediche.

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